Nel 2007 il Tesoro ha perso 600 milioni di euro su operazioni di swap sui titoli del debito pubblico, interrompendo una tendenza positiva che, tra il 2003 e il 2006, aveva fatto risparmiare 4,2 miliardi di euro. Lo scrive oggi Il Sole 24 Ore citando dati della Commissione europea e della Banca d'Italia. E sottolineando come il "mistero circonda le operazioni in derivati a livello centrale".
Il quotidiano milanese sottolinea che, attualmente, "il Tesoro non diffonde informazioni sul numero, le dimensioni e la tipologia dei contratti di swap firmati con le banche". Un aspetto tutt'altro che irrilevante viste le dimensioni delle operazioni in gioco.
"E' vero - sottolinea l'editorialista Orazio Carabini - che 600 milioni di effetto swap (negativo) nel 2007 sono meno dell'1% della spesa per interessi di quell'anno. Ma i 2,39 miliardi (positivi) del 2005 sono il 3,7%. Un importo paragonabile, nel bilancio pubblico, all'Ici sulla prima casa. E poi bisogna ricordare che in quella voce si contabilizza solo l'eccedenza che deriva dallo scambio di flussi. Per arrivare a quegli importi o le operazioni sono strutturate in modo da dare dei vantaggi soprattutto nel breve periodo, oppure il capitale sottostante è molto elevato, nell'ordine di qualche centinaio di miliardi. Di qui - conclude - l'urgenza di fare chiarezza sulla politica del Tesoro nel settore dei derivati". (Apcom)
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