Sarà una coincidenza, ma da quando c’è Monti i tg sono dei bollettini sul maltempo. Con i tecnici al governo la politica cede il posto al meteo. Marcello Veneziani
Prima della neve, c’erano solo navi e terremoti. Mezzo tg ogni giorno fa terrorismo atmosferico sulla tormenta che verrà e poi mostra paesini innevati e soccorsi anche banali: vedi perfino uno che porta la carta igienica alla casa innevata, il nonno al cellulare che rassicura i parenti, i giornalisti sanbernardo col collare audio.
Col Frigor Montis scende un’onda di gelo sul Paese, divenuto nel frattempo con lui a nostra insaputa superpotenza mondiale. Il colorito paesaggio italiano sparisce e tutto assume la monotona uniformità del bianco governo dei tecnici. Ci siamo allineati agli standard nordeuropei sin nel barometro: si è ridotto lo spread tra il clima tedesco e il nostro.
Chi muore per il gelo se lo merita, è uno sfigato. Ti congeli se stai fisso in un posto, senza mobilità. Ibernata la politica, il conflitto si sposta sulle previsioni del tempo e i partiti si dividono in moderati che sconsigliano di uscire ed estremisti che istigano all’uso di catene. I sindaci sono giudicati su base atmosferica, se sono da neve o da spiaggia, se sono insipidi o hanno sale in strada e si dividono in fattivi, piangenti, teatranti e dispersi, come nella ritirata di Russia. L’estate berlusconiana dista un’era geologica. (il Giornale)
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