
Il Signor Maestro Pietro Rossi era una persona straordinaria: oltre a portare a termine (sempre in anticipo) il programma ministeriale egli ci appassionava alle più svariate discipline. Con lui abbiamo imparato il francese cantando (!), abbiamo imparato a giocare a scacchi (a 6 anni!), abbiamo imparato la matematica con il “metodo Papy” (metodo binario di zero e uno, quello che usano i computer…), abbiamo letto il Diario di Anna Frank e Un anno sull’Altipiano di Emilio Lussu.
In gita scolastica – invece delle soliti “banali” mete come Verona, Venezia, Mantova – il Signor Maestro Pietro Rossi ci ha portato a vedere le trincee della Prima Guerra Mondiale sull’Altipiano di Asiago dove avevano combattuto i nostri bisnonni…
Il Signor Maestro Pietro Rossi – come già detto – era adorato dai suoi discepoli e sommamente rispettato da tutti quelli che avevano il privilegio di conoscerlo. Era una persona appassionata del suo lavoro, serio, preparato, scrupoloso, mai inutilmente “lamentoso”. In 5 anni non ha mai fatto nemmeno un’ora di assenza dalla cattedra! Noi – in 5 anni – non abbiamo mai visto un supplente…
Ma il Signor Maestro Pietro Rossi era – per l’ottuso Stato italiano – un “semplice maestro delle elementari”, con relativa paga da fame…
Il Signor Maestro Pietro Rossi aveva 2 vestiti grigi, uno invernale più pesante ed uno estivo più leggero… Il Signor Maestro Pietro Rossi aveva 2 paia di scarpe, quelle nere, grosse, invernali e quelle marroni, leggere, estive… Il Signor Maestro Pietro Rossi aveva 3 camice bianche invernali a maniche lunghe e 3 camicie azzurre estive a maniche corte… Il Signor Maestro Pietro Rossi veniva a scuola (estate e inverno, pioggia o neve) sempre e solo in bicicletta… Il Signor Maestro Pietro Rossi aveva – come “auto di famiglia” – una 500 usata bianca con l’interno in similpelle nera… Il Signor Maestro Pietro Rossi – sposato e con figli – viveva in affitto in un piccolo appartamentino di periferia…
Insomma il Signor Maestro Pietro Rossi – insegnante e uomo esemplare – aveva un tenore di vita a dir poco misero! Ebbene nessuno – nessuno – lo ha mai sentito lamentarsi! Mai!
E adesso veniamo all’oggi…
Tg3 Veneto di ieri, solito servizio – quello di tutti gli anni – sull’inizio dell’anno scolastico con relative proteste degli insegnanti…
Le maestre (con la m minuscola) delle elementari (che adesso si chiamano “primarie”) in coro a lamentarsi per questo o quello…
Ma vediamole queste maestrine, tutte lamentose e tutte uguali: capello fresco di parrucchiera, sopracciglia “scolpite”, abitini in “ultimi colori moda”, scarpe trampolate, unghie modello lap-dance, smartphone in mano, auto parcheggiata fuori: indistinguibili dalle commesse di Benetton o Sisley… anche nell’atteggiamento, nel linguaggio, nella cultura…
E queste sgallettate maestrine-fashion si lamentano pure? Per loro le parole “passione per il lavoro”, “dedizione”, “impegno”, “autorevolezza” non hanno proprio alcun significato! No, per queste maestrine-fashion l’importante è accaparrarsi il sicuro posto pubblico, poi si vedrà…
E i bambini, i discepoli, gli alunni? Ma chissenefrega degli alunni, quelli sono solo una scocciatura tra uno stipendio e l’altro…
Che infinita tristezza, che schifo immondo! Che maestre vomitevoli!
E io dovrei mandare mio figlio a scuola da quelle quattro“sgallettate? A imparare cosa, di grazia?
No, se io fossi il Signor Maestro Pietro Rossi quelle pseudo-colleghe le prenderei a calci nel sedere! Vergogna, vergogna! (The FrontPage)
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