Noi pensavamo che l’Italia della Prima Repubblica, quella per intenderci del pentapartito, degli inciuci di palazzo e della connivenza tra maggioranza e opposizione fosse scomparsa. Pensavamo che con l’avvento di Berlusconi, il bipolarismo in Italia fosse diventato una realtà. Pensavamo che tra antiberlusconiani e berlusconiani si fosse creata una logica bipolare che vede da una parte il progressismo (per modo dire) della sinistra e il moderatismo della destra.
Nella foto: Corrado Passera
Sognate… Sognate perché il sogno durerà ancora per chissà quanto tempo. Non a caso, l’idea che va per la maggiore nel palazzo del potere è un ritorno al caro consociativismo, agli inciuci, al grande centro e dunque ai governi non espressi dalla volontà popolare ma dagli accordi di segreteria, dopo le elezioni of course. Perché è questo l’obiettivo di lor signori.
Mi spiego meglio. Il Governo attuale — a mio modesto parere — non dovrebbe andare oltre ottobre. Non ci sono più i presupposti politici ed economici per farlo durare. Ormai la sua missione è compiuta: recuperare il denaro per gli speculatori dei titoli pubblici, riassettare il debito italiano nei limiti del trattato europeo, decisi — chissà perché — dagli stessi speculatori e dalle oligarchie che governano la BCE, e riformare il sistema previdenziale e lavoristico in modo da far gravare sui ceti medio-bassi il peso della crisi. Avete visto riforme che tendono a ridurre la spesa e a eliminare gli sprechi (del tipo stipendi e rimborsi elettorali)? Neanche per idea. Le uniche “riforme” che si sono viste sono quelle che hanno introdotto nuove tasse o aumentato quelle già in vigore. Questo dimostra che quanto dico è molto vicino al vero.
Ma andiamo oltre. Tolta di mezzo la Lega, prima di ottobre ci sarà probabilmente una riforma della legge elettorale. In che direzione? Semplice: verrà eliminato il meccanismo del premio di maggioranza. In altre parole, si andrà a elezioni in autunno senza questo premio. Ciò significherà — detto papale papale — che nessun partito o coalizione di Governo potrà governare in autonomia. La conseguenza? Un nuovo governo tecnico. Guidato da chi? Beh, i nomi possono essere tanti, ma è quello di Passera il più quotato. Mentre al Quirinale salirà ancora una volta un esponente di sinistra, perché la maggioranza relativa nella prossima legislatura sarà del PD. Chi? Magari Prodi.
A questo punto ci si trascinerà ancora per un po’ finché i partiti non faranno dimenticare alla gente il bipolarismo, la Lega, il berlusconismo e così via. Dopo di che lo scenario politico italiano (parlo dei prossimi dieci anni) vedrà la rinascita di un grosso partito centrista che — come la vecchia DC — farà e disferà i Governi, con il suggello e il sigillo delle elezioni, che torneranno a essere quelle che erano in passato: un banale proforma costituzionale senza alcuna sostanza e valenza politica.
Intanto ci saranno sicuramente delle “riforme”, ma non quelle che ci si aspetta e quelle realmente utili al paese. Probabilmente verranno introdotti i matrimoni gay, l’immigrazione verrà incentivata con la cittadinanza breve e avremo frotte di islamici e moschee in tutto il paese in nome del multiculturalismo, l’Italia perderà ancor più velocemente la propria sovranità economica e politica in favore della burocrazia europea. Verremo invasi dall’economia cinese (più di quanto lo siamo ora) e l’integrazione europea sarà la nostra morte identitaria, se mai abbiamo avuto una identità nazionale. E mi fermo qui.
Voi credete che questa sia fantascienza? Bene, è probabile. Ma a volte la fantascienza è più prevedibile della realtà. Abbiamo visto le modalità con le quali il Potere, quello con la P maiuscola, quando ha deciso che un Governo legittimamente eletto non dovesse più governare, ha decretato la fine del Governo Berlusconi, piazzandoci Monti al suo posto (roba che negli USA avrebbe comportato una marea di arresti per alto tradimento). Dunque, fantascienza o no, aspettiamoci il peggio del peggio per il futuro del nostro paese: un ritorno al passato più becero e antidemocratico di sempre. Quello che i sinistri antiberlusconiani magari non sognavano ma che con il loro livore decennale hanno contribuito a resuscitare. (rischiocalcolato)
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