venerdì 16 gennaio 2009
Jan Palach come il "Che". Valerio Fioravanti
Avevamo letto distrattamente di Mario Capanna che proponeva di rendere omaggio a Jan Palach, sembrava solo l’ennesimo caso di improntitudine della sinistra che tutto sussume a se. Invece no, c’è di più. Dopo essersela cavata dicendo semplicemente che “non avevamo compreso il gesto di Palach”, così Capanna conclude il suo articolo su Libero: “Il sacrificio di Jan Palach è emblematico come quello di Che Guevara. Tutti e due non si limitano a parlare di ciò in cui credono: ci impegnano la vita. Onore, per sempre”. Accidenti, il povero Palach suicidatosi per protesta contro l’invasione sovietica, accomunato a colui che invece quell’invasione andava in giro ad espandere! Un ragazzo anticomunista che ha esercitato violenza solo contro se stesso, accomunato ad un guerrigliero che ha sparato in mezzo continente. Proprio la stessa cosa. Per noi può anche andar bene, ma allora Capanna vigili che quando qualcuno dice che c’erano persone per bene e in buona fede sia a Salò che nella Resistenza, non si gridi più allo scandalo. Mica solo quelli di sinistra possono sempre aggiustarsi tutto. (l'Opinione)
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