Il breve viaggio di Berlusconi nella Viareggio colpita dalla terribile sciagura ferroviaria dell'altra notte si è trasformato in una piccola, ma non per questo meno preoccupante, rappresentazione di guerra civile. Da un lato gli odiatori imbestialiti, con le urla e con i fischi; dall'altro i sostenitori con i viva e gli applausi. In mezzo una tensione che si tagliava col coltello.
Al solo apparire di Berlusconi, il lutto, il dolore per le vittime, l'impegno per il soccorso e per la compassione, tutto questo è stato spazzato via da una gelida ventata d'odio. A cui ha fatto da contraltare una improvvisata manifestazione di sostegno. Nel complesso non è stato un bello spettacolo.
Erano settimane, se non mesi, che Berlusconi non si faceva vedere in piazza, tra la gente. Persino in campagna elettorale aveva evitato apparizioni all'aperto. Così ieri Viareggio è stato l'incolpevole scenario di un'altra esplosione. La rabbia della gente non era quella tipica delle vittime di un disastro insensato e ancora tutto da spiegare. No, le urla e gli insulti erano piuttosto il frutto diretto e avvelenato della campagna di stampa contro Berlusconi da Casoria in poi. "Puttaniere", "pedofilo", "vergognati!", questo era il tenore della protesta. Era la voglia matta di togliersi la soddisfazione di cantaglierla al mostro di Berlusconi di cui tanto si è letto, mormorato e discusso in queste ultime settimane. E poco importa se dietro sullo sfondo c'era ancora la città ferita e fumante.
Se il frutto delle campagne della libera stampa contro il presidente del consiglio si ripercuote così ciecamente e violentemente sulla gente, se il giudizio sulla persona di Berlusconi apre fossati così profondi tra i cittadini, se la seminagione di odio ha così rapidamente attecchito, c'è davvero poco da scherzare. Paradossalmente anzi, la tregua invocata da Napolitano che nella sfera politica ha avuto ascolto e forse anche qualche effetto, davanti alle immagini della contestazione di piazza suona come un flatus vocis.
Si dirà che la colpa è di Berlusconi medesimo, della sua intemperanza, della sua mancanza di sobrietà , dei suoi vizi privati. E che la libera stampa non ha fatto altro che far trionfare i fatti. La Repubblica ne sarà certamente convinta. Anche quando cita (pag.8) l'opinione di una manifestante viareggina che dice: "Non è vero che Berlusconi ha risolto il problema della spazzatura a Napoli, lo ha solo spostato in campagna, gli ha dato fuoco e poi chissenefrega della diossina!". Anche lei certamente una lettrice di Repubblica e dei suoi "fatti".
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