Se avessero intercettato un po’ di esponenti politici di sinistra nel periodo in cui a Milano sono stati nominati Edmondo Bruti Liberati (di Magistratura democratica) alla carica di Procuratore capo e Alfonso Marra a quella di Presidente della Corte d’appello, gli inquirenti ne avrebbero sentite delle belle. Avrebbero seguito in diretta tutta quanta la trattativa. Politica.
Qualche magistrato romano potrebbe anche venire a fare una passeggiatina nei corridoi del palazzo di giustizia di Milano, dove anche i pregiati marmi degli anni trenta hanno occhi, orecchie e anche bocca. E parlano, oh se parlano. E dicono che, come è sempre accaduto, anche quelle due nomine sono state il frutto di uno scambio politico. Noi vi votiamo Bruti, voi ci votate Marra. Uno di destra, uno di sinistra. E allora?
Non c’è bisogno di smascherare “cricche” o risibili P3 per sapere che la casta-magistratura, divisa in correnti sindacali agguerrite e spesso tra loro feroci più di quelle dei partiti, è un organismo politico.
Della politica rispecchia le ideologie (ormai un po’ sbiadite anche tra i magistrati ), della politica ha il cinismo e anche l’abitudine all’intrallazzo. Qualcuno può credere che quando vengono nominati a importanti ruoli dirigenziali i magistrati di sinistra non ci siano telefonate e trattative politiche? Che molti magistrati non abbiano anche più o meno espliciti contatti con esponenti di partito? Nella società delle corporazioni non esistono vergini.
Allora, se il Csm dovesse decidere il trasferimento del presidente Marra, applichi almeno quel sano principio che dice simul stabunt, simul cadent e trasferisca anche Bruti Liberati.
Ma la cosa migliore, la più saggia sarebbe che restassero ambedue al loro posto. Con quel sano realismo politico di cui certo non difettano gli stessi esponenti del Consiglio superiore. A partire dal vice presidente Mancino, che conosce (e non lo nega) da quarant’anni il signor Lombardi, uno degli arrestati per la fantomatica P3, e non nega neppure il fatto che quest’ultimo gli abbia parlato ben due volte della posizione del dottor Marra. Ma dichiara sprezzante “ma volete che io dessi retta a un geometra?” Ora le questioni sono due: la prima è che Mancino Marra l’ha votato (sicuramente perché se lo meritava) e la seconda che Lombardi geometra lo è sempre stato. Oppure quando lo frequentava negli ambienti democristiani Mancino, Lombardi aveva tre lauree e solo dopo, quando ha cominciato a frequentare esponenti del centro destra è diventato geometra?
Tutta questa storia del coinvolgimento di magistrati in un’inchiesta che comunque fa acqua da tutte le parti puzza molto di resa dei conti nelle mura dei palazzi di giustizia. I magistrati di sinistra affilano le armi e cercano di buttar fuori gli altri. C’era stato a Roma un unico magistrato “rosso”, Francesco Misiani (che purtroppo non c’è più) che aveva avuto il coraggio di denunciare quel che succedeva nella sinistra in toga. Poi il silenzio. E la guerra continua sempre nello stesso modo, con le intercettazioni e le inchieste.
Le radici di quel che sta succedendo oggi, sono antiche. Hanno origine nel concetto stesso di magistratura, una casta privilegiata e corporativa disposta a tutto (scioperi, manifestazioni, interviste a go-go) purché non si cambi nulla del loro status quo.
Non lo stipendio (generoso) non i ruoli. Eppure se anche nel nostro ordinamento, come nei paesi di diritto anglosassone, esistessero solo i giudici, la casta sarebbe già sgretolata. E la dialettica sarebbe tutta spostata nella competizione tra avvocati dell’accusa e avvocati della difesa. E sarebbe processuale più che politica.
Purtroppo di queste riforme radicali, come anche dell’abolizione della finta obbligatorietà dell’azione penale, dell’abolizione dei reati associativi (che servono ad arrestare senza che ci siano fatti criminosi) e altre cosucce del codice Rocco non si parla più. E in ogni caso non si riuscirebbe a realizzarle, perché partirebbero i cannoni della casta-magistratura, appoggiata dalla sinistra e dagli sfasciacarrozze del presidente Fini.
Così finirà che i conti interni alla magistratura metteranno ai margini persone per bene come Marra (o some il procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato), poi l’inchiesta sulla presunta P3 finirà in niente (a scommetterci sopra ci sarebbe da diventare ricchi), ma intanto il risultato politico sarà stato raggiunto. (l'Occidentale)
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