mercoledì 19 settembre 2007

Le idee confuse di Padoa Schioppa. Emanuela Melchiorre

Che le previsioni del governo Prodi sulla crescita del Pil (stimata dall'esecutivo al 2% per il 2007 e all'1,9% per il 2008) siano una favola per bambini è da tempo evidente a molti. Ma il ministro Padoa-Schioppa lo ha constatato solo ora. A fargli ridimensionare le sue troppo rosee previsioni hanno contribuito molti pareri autorevoli. La prima doccia fredda è venuta dall'OCSE, che ha affermato che la crescita del Pil italiano non avrebbe raggiunto il 2% auspicato. La seconda dal FMI, che ha confermato questa pessimistica previsione. Da ultimo, anche il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, non si è più voluto rendere complice di stime campate per aria e ha rivisto al ribasso quelle di Bankitalia. Così ora Padoa-Schioppa ammette che dopo il calo repentino della produzione industriale di luglio e dopo la crisi dei mutui subprime di agosto anche il nostro prodotto interno lordo finirà per crescere di appena l'1,7% per il 2007 e che crescerà ancora meno nel 2008.

Nella prossima legge finanziaria (la cui presentazione è stata fissata dal ministro dell'Economia per il 28 settembre) sarà dunque difficile evitare un'altra impennata della pressione fiscale. Ciò, purtroppo, non farà altro che rafforzare il nostro triste primato di Paese europeo con la maggiore pressione fiscale, preceduto soltanto dall Francia, che però offre prestazioni e servizi pubblici di gran lunga migliori dei nostri. L'europarlamentare di Forza Italia Renato Brunetta ha ipotizzato il raggiungimento della soglia del 44% del Pil di prelievo fiscale. Per comprendere quanto una simile politica sia inadeguata a migliorare l'andamento economico del nostro Paese giova costatare che gli Stati Uniti, una Nazione che viaggia al 2% circa di crescita del Pil, ha una pressione fiscale del 25% circa (dati OCSE), ovvero poco più della metà della nostra. Inoltre incombe sull'economia mondiale il pericolo di una crisi dell'edilizia, il cui moltiplicatore del reddito è elevato. Se si dovesse fermare l'edilizia, lo spettro della recessione sarebbe dietro l'angolo.

Ancor più penosa e incoerente è la cura che Padoa-Schioppa, dal suo pulpito dell'Ecofin in Portogallo, ha proposto, auspicando nuovi investimenti in Italia. Non si è mai visto, infatti, un aumento degli investimenti per effetto di una maggiore tassazione. Il ministro, inoltre, sostiene che la soluzione per risolvere il problema del deficit pubblico sia la riduzione della spesa pubblica. Sorge il dubbio che egli non sia stato ben informato dai suoi collaboratori a proposito dell'accrescimento di circa il 3% della spesa da parte dell'attuale governo rispetto al precedente, causata, tra l'altro, dalla creazione di nuovi ministeri e dal ricorso sfrenato all'ausilio di costosissimi consulenti esterni. Poiché la politica di maggiore tassazione del «peggior ministro delle Finanze in Europa», come non molto tempo fa è stato definito Padoa-Schioppa, è comunque sostenuta dal governo, egli proseguirà per la strada intrapresa, con il conseguente ulteriore rallentamento dell'economia italiana.(Ragionpolitica)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sveglia amici!!!

Lo sapevate che il debito pubblico è una truffa colossale ai danni del popolo sovrano e che consiste nella stampa e nella emissione a costo zero, dal nulla e senza copertura, di denaro, da parte delle banche centrali (BCE., FEED, Bankitalia S.P.A, ecc. - banche private e non pubbliche come vorrebbero farci credere), che viene poi prestato al suo valore nominale e con gli interessi(in cambio di titoli di stato), agli stati nazionali i quali, anzichè stampare moneta "preferiscono" farsela dare in tal guisa dai banchieri, per i bisogni della collettività?

Lo sapevate che le tasse che sborsa il popolo "bue" per pagare questo debito-truffa e i relativi interessi servono SOLO ad arricchire le banche e chi ci sta dietro e... a lato?

Se non ci credete, cercate su internet la parola "signoraggio".

Scoprirete una realtà sconvolgente!

(già in Tocqueville se ne parla!)

maurom ha detto...

Nei paesi dell'area euro, il reddito da signoraggio viene incassato dai paesi membri per il conio delle monete, e dalla Banca Centrale Europea (BCE) che emette le banconote in condizioni di monopolio[1]. Tali redditi sono poi ridistribuiti la BCE alle BCN (banche centrali nazionali) in ragione della rispettiva quota partecipazione es. BankItalia 14,57%

Nulla impedisce agli Stati di finanziare la propria spesa pubblica battendo moneta, ovvero emettendo moneta che invece di essere utilizzata per acquistare titoli di stato venga usata per pagare i costi dello stato. Tuttavia è universalmente accettato dagli economisti che tale pratica genera inflazione, con costi per la collettività, la cosiddetta “tassa da inflazione”, che la maggior parte degli stati preferisce limitare. Per tale ragione l'ipotesi di finanziare la spesa pubblica attraverso l'emissione di moneta viene considerata non praticabile. Non perché essa non lo sia dal punto di vista teorico, ma perché impraticabile dal punto di vista pratico.
Non sono mancati tuttavia casi in cui massicce (o anche modeste) emissioni di moneta sono servite a finanziare la spesa pubblica, con effetti modesti sull'inflazione quando l'offerta di moneta era insufficiente o quando l'immissione di moneta nell'economia è avvenuta per breve tempo.
A tali casi si possono ricondurre per esempio esperienze di emissione di moneta per finanziare la spesa pubblica nel periodo fascista. In altri contesti, come accaduto in Germania durante la Repubblica di Weimar o in periodi più recenti in paesi del Sud America, il finanziamento massiccio della spesa pubblica attraverso l'emissione di moneta ha provocato fenomeni di iperinflazione.
Gli effetti devastanti delle esperienze di iperinflazione e quelli più limitati, ma comunque negativi, di periodi prolungati di inflazione elevata hanno condotto le autorità politiche e monetarie ad adottare politiche che scongiurassero il ritorno a situazioni simili. Pertanto le scelte relative all'emissione e al controllo della base monetaria sono state delegate, nella gran parte dei paesi avanzati, a banche centrali autonome dal potere politico, che troppo spesso si è dimostrato incapace di limitare l'emissione di moneta per finanziare la spesa pubblica.(Wikipedia)

maurom ha detto...

P.S.
Nota 1
Secondo l'articolo 105 A del Trattato di Maastricht "La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote all'interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità."

Anonimo ha detto...

Ma Maurom, cosa c'entra, il trattato di Maastricht l'hanno fatto i bankieri mafiosi, la costituzione Italiana dice che la sovranità monetaria è del popolo e non di una Spa, anche se si chiama Banca D'Italia, è un furto colossale, e poi per quanto riguarda l'inflazione cosa c'entra quello che scrivi, una cosa è l'immissione di nuova moneta, altra cosa è che questa moneta costituisca un debito o no per il legittimo proprietario,che è il popolo italiano, e non una società privata come Bankitalia che vanta un credito su 100 euro spendendone solo 3 centesimi per stampare tale banconota, ma siamo impazziti????
E' ovvio che questi si fanno le leggi e leggine a loro favore, finchè facciamo tutti i caproni e paghiamo le tasse a loro aumentando un debito pubblico che non sarà mai estinguibile e intanto la gente si suicida perchè non riesce a pagare il mutuo o ad arrivare a fine mese. E' pazzesco ed è l'origine di tutti i mali dell'Italia, come fai a non capirlo?