Dice Casini in una dichiarazione di oggi che il “trasformismo è il vero male dell’Italia” e che se uno è di destra deve pretendere il voti a destra, se è di sinistra a sinistra se è di centro al centro. Questa raffinata analisi è servita a Casini per spiegare perché non ha accettato di sostenere il governo Marini in cambio di una “importantissima” carica ministeriale.
Tutto bene e tutto giusto, ma un dubbio su questa storia del trasformismo ancora ce l’abbiamo. Un elettore romano che volesse un sindaco di centro per chi dovrebbe votare? Per Luciano Ciocchetti, candidato del l’Unione di Centro, con tanto di scudo crociato e nome di Casini nel simbolo? O per Mario Baccini, ex ministro Udc che si candida con la Rosa Bianca?
La domanda è lecita viste le recenti vicissitudini del centro e dintorni. Baccini aveva infatti lasciato l’Udc sbattendo la porta, e assieme a Tabacci e Pezzota aveva fondato la Rosa Bianca proprio in polemica con le gestione un po’ egocentrica di Casini. Poi dopo lunghi pensamenti, trattative e votazioni, hanno tutti fatto marcia in dietro e Rosa Bianca e Udc sono tornati una cosa bianca sola, l’Unione di Centro (così si risparmia sull’acronimo).
Tutti tranne Baccini che a Roma dell’Udc, di Casini e del suo candidato non ha voluto sapere.
Così a Roma Baccini e Ciocchetti incroceranno le spade, innalzeranno i loro vessilli, non svenderanno i loro valori centristi, l’uno contro l’altro armati.La cosa strana però è che i due sono anche al secondo e al terzo posto nella lista dell’Unione di Centro alla Camera nel Lazio, subito sotto Casini. Nemici a Roma, uniti nel Lazio. Si saranno nel frattempo trasformati? (l'Occidentale)
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