La pasionaria e la pasdaran. Per una volta, a parti rovesciate. Può sembrare un paradosso ma non è così se si mettono a confronto le dichiarazioni di Rosy Bindi, presidente del Pd e di Sabina Guzzanti, cabarettista-militante della sinistra “senza se e senza ma”, a proposito dell’aggressione a Berlusconi. La Bindi dà solidarietà al premier ma subito dopo dice che in fondo quella statuetta del Duomo in pieno viso se l’è cercata perché “tra gli artefici di questo clima c’è anche Berlusconi” che per questo “non può sentirsi la vittima”. Insomma, la violenza va sempre condannata, mai giustificata epperò qualche volta simili gesti “sono spiegabili”. Come?
Ecco che la Bindi dà fondo all’armamentario antiberlusconiano buttandola sui “motivi di esasperazione” legati agli effetti della crisi economica che “alcuni pagano con prezzi altissimi” per poi planare sullo scontro politico che “si porta dietro sicuramente frange estremiste o persone che perdono la testa, ma chi ha più responsabilità fa di tutto per dividere il paese”. Imbarazzi nel Pd con Bersani costretto a metterci una pezza sopra.
A tutt’altre latitudini, la Guzzanti per la prima volta, come del resto lei stessa ammette, prova stima per la fierezza dimostrata dal Cav. negli istanti concitati dell’aggressione a Milano. E lo scrive sul suo blog: “Sì, mi ha fatto moltissima pena vedere Berlusconi ferito. Ho visto il volto insanguinato. Ho visto un vecchio ferito. Quando è uscito per vedere in faccia il suo aggressore ho provato anche stima per la fierezza e ho visto anche un politico, credo per la prima volta”. Certo, poi anche lei torna sull’armamentario di repertorio recitato in ogni occasione e indica nel Cav. tutto il male del mondo, quello che “ci avvelena la vita da vent’anni”.Tuttavia la consapevolezza di essere rimasta sconvolta dalle immagini del volto sanguinante di Berlusconi, merita di essere sottolineata. Anche perché viene dall’incendiaria Guzzanti, quelle che contro Berlusconi ha detto di tutto e di più, e non dalla politicamente corretta e pure abbondantemente buonista Bindi.
Lungi da noi la prosopopea di dare consigli a Bersani, ci permettiamo soltanto un piccolo suggerimento: per una settimana si prenda Sabina Guzzanti alla presidenza del suo partito e “distacchi”, con tanto di autorizzazione (come per il “No B-day”), Rosy Bindi sul palcoscenico di un teatro o davanti a una telecamera a satireggiare con l’elmetto in testa contro quel diavolo di un Silvio.
A parti rovesciate, forse Bersani potrebbe guadagnarci. Almeno per una settimana.
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