Mentre a Roma ed a Torino si discute se imitare Milano ed introdurre politiche di pedaggio del traffico urbano, da Londra giungono nuovi elementi di valutazione della congestion charge voluta da Ken Livingstone.
Secondo quanto riportato nell'utlimo rapporto di London Transport, la tariffazione ha sì ridotto il numero di veicoli circolanti ma non ha avuto effetti sulla congestione. I tempi di percorrenza nel centro di Londra sono sostanzialmente invariati rispetto al periodo antecedente l'adozione della misura. L'apparente contraddizione è spiegata dal fatto che, in parallelo alla diminuzione del traffico si è avuta, a causa di lavori di manutenzione delle reti di elettricità, gas e acqua, una riduzione dello spazio stradale.Irrilevanti sono poi gli effetti in termini di riduzione dell'inquinamento atmosferico. Lo stesso Livingstone, d'altra parte, non ha mai considerato la charge come un'iniziativa ambientale.Analoghe conclusioni sembrano potersi trarre dopo i primi sei mesi di sperimentazione dell'Ecopass milanese che hanno avuto (come previsto) un modestissimo impatto sulla riduzione della concentrazione di sostanze inquinanti in atmosfera.La lezione che si può trarre dal bilancio di Transport for London è che, come ovvio ma come si tende spesso a dimenticare nell'attuazione delle politiche di regolazione del traffico, a parità di altre condizioni, ridurre l'offerta di spazio stradale comporta un incremento della congestione (e dell'inquinamneto). E che, dunque, l'utilizzo migliore per le risorse raccolte con il pedaggio consiste nel realiizzare nuove infrastrutture, in particolare strade sotterranee, oppure nel ridurre ia tassazione che grava sul settore automobilistico. Un'ultima annotazione: viene spesso utilizzata come misura del successo dell'introduzione di politiche di pedaggio, l'entità degli introiti per le casse comunali. In realtà, tali risorse non rappresentano un beneficio ma un trasferimento di denaro dagli automobilisti all'amministrazione comunale. E non è affatto sicuro che l'utilizzo delle stesse da parte del soggetto pubblico porti a benefici maggiori di quelli che si sarebbero avuti lasciando quei soldi nelle tasche dei privati. (Realismo energetico)
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