Ho ricevuto il cortese invito della redazione di Annozero a partecipare alla puntata dedicata ai fatti di Milano. Ho altrettanto gentilmente risposto di no. E la ragione è una sola: la presenza in quel programma di Marco Travaglio. Penso infatti sia giunta l'ora in cui anche chi di noi non ha fatto del moralismo una professione debba cominciare a sollevare qualche pregiudiziale morale. E io ne ho molte nei confronti di Travaglio.
La prima è che si tratta di un sedicente combattente per la libertà di infomazione che sta facendo una campagna di stampa il cui obiettivo dichiarato è la chiusura di un giornale, quello che dirigo (lui pensa che sia possibile, abrogando solo per noi i contributi all'editoria). Trovo la cosa moralmente ributtante.
Del resto Travaglio è lo stesso cattivo maestro che, citando un suo sodale, ha scritto l'altro giorno sul blog di Grillo un elogio dell'odio: «Chi l'ha detto che non posso odiare un uomo politico? Chi l'ha detto che non posso augurarmi che il Creatore se lo porti via al più presto?». Con uno così non vorrei mai trovarmi nella stessa stanza.
Tutto ciò sempre ammesso che Travaglio sia davvero e ancora un giornalista, visto che si esercita ormai apertamente nella fiction, recitando da attore testi le cui fonti le sa solo lui, ma ciò nonostante la tv pubblica lo paga sempre come giornalista. Evitare ogni contatto è dunque anche questione di deontologia professionale. In più c'è un problema di civiltà; lui non è una persona civile, vive di insulti, come quello che ha rivolto ieri ai giornalisti di Speciale Tg1: «Chiunque ha avuto lo stomaco di vedere quella merda di trasmissione...».
Io non credo, come ha detto ieri Cicchitto a Montecitorio, che Travaglio sia un «terrorista mediatico», perché paura non ne fa a nessuno. Ma un parassita mediatico certamente lo è. E, per dirla con Togliatti, sarebbe bene che nessun destriero offrisse più a questa cimice ospitalità nella sua criniera. (il Riformista)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
5 commenti:
Chi pensa che le ragioni stiano tutte da una parte ed i torti da un'altra, probabilmente ha torto. Ho detto probabilmente, per educazione e per prudenza. Travaglio è, e rimane, un giornalista. Come uomo e come cittadino italiano può dire quello che pensa, anche se con questo urtasse i sentimenti di molte persone. Personalmente non mi piace, come giornalista, né per le cose che dice, soprattutto per come le dice. Tuttavia, come Voltaire, sono pronto a pagare del mio, per far si che lui, come tanti altri di tante altre parti, possano liberamente esprimersi. Questa "disdicevole" uscita di Polito, inadeguato scagliatore di pietre, viene raccolta con un sorrisetto di ammirazione dal suo blog. Cosa lecita. Senza retorica, o voglia alcuna di dar lezioni che non mi posso permettere di dare, vorrei solo spezzare una lancia per una riflessione che parta dal basso: se cominciassimo a parlare finalmente dei nostri problemi di cittadini, senza rincorrere un'agenda politica, strumentalmente articolata da altri? Se trovassimo la forza di fare riflessioni, anche se di destra o di sinistra, sui problemi veramente vicini alla vita di noi cittadini, con il garbo e l'educazione che una volta erano tratto italico, cambieremmo l'aria avvelenata dalla politica attuale per sostituirla con una serena discussione? Daltronde se si vuole arrivare in fondo ad una strada, bisogna spaziare con lo sguardo avanti a se. Guardando solo a destra od a sinistra, si rischia di inciampare. Il suo è comunque un blog molto ordinato e ben strutturato, si vede frutto di un lavoro paziente ed appassionato. Un saluto cordiale.
Edoardo Capulli (di LEXCIVILIS)
Grazie Edoardo per il tuo (tra blogger preferisco il "tu") intervento e per l'apprezzamento.
Non sono in completa sintonia con le tue considerazioni per il fatto che Travaglio spaccia per verità assolute opinioni e per sentenze le requisitorie dei Pm.
Se segui il mio blog noterai che per principio non censuro nessun commento: sono "voltairiano" convinto.
Capisco la faziosità quando è scoperta e dichiarata (Emilio Fede docet), non posso accettare la partigianeria travestita da giornalismo di inchiesta.
Auguri e alla prossima.
Su LEXCIVILIS.it o su Youtube o su Facebook, cercando "Pace Incivile" e LEXCIVILIS ho messo in video quanto troppo prolissamente spesso scrivo: siamo passati in 60 anni dalla Guerra Civile ad una Pace Incivile.
Forse EC non conosce ciò che scrive Travaglio :
Il piu amato dagli italiani
dal blog di beppe grillo
14 dicembre 2009
La politica non prevede la categoria del sentimento (espandi | comprimi)
Guardate, arrivo a dire una cosa paradossale che naturalmente verrà usata contro di me, ma non me ne importa niente: l’ha già scritta Massimo Fini diverse volte, questa categoria per cui si parla di odio politico è una categoria del sentimento che viene applicata alla politica, la politica e il sentimento non c’entrano niente, la politica è un fatto tecnico, per cui ti voto affinché tu faccia delle cose, ma tu non puoi chiedermi di amarti, tu puoi chiedermi di votarti, ma non mi puoi chiedere di amarti, non esiste l’amore dell’elettore per il suo eletto, esiste soltanto nelle dittature, quando appunto il populismo carismatico del capo riesce addirittura a attirare l’amore degli elettori, che non sono più neanche cittadini, sono proprio sudditi, sono un’altra cosa, sono acritici, sono pecore che adorano il capo.
Il fatto che sia tornata la categoria dell’odio e quindi dell’amore nei commenti dei giornali - leggete le stupidaggini che scrive oggi Battista su Il Corriere della Sera sul clima di odio etc. etc. - bisognerebbe rispondere, come fa Massimo Fini, “ e ‘mbe? Chi l’ha detto che non posso odiare un uomo politico? Chi l’ha detto che non posso augurarmi che se ne vada al più presto? Chi l’ha detto che non posso augurarmi che il Creatore se lo porti via al più presto?”, guardate che questa cosa qua, che sembra orrenda, dice “ oddio, c’è qualcuno che lo odia!”, è assolutamente normale: ognuno a casa sua, nel suo intimo, è libero di odiare e di amare chi gli pare e non esiste in democrazia che i cittadini siano obbligati a amare coloro che li governano, anche perché se tu ami una persona perdi lo spirito critico e il cittadino elettore deve sempre mantenere uno spirito critico. Per cui leviamoci dalla testa questo ricatto, che non bisogna odiare e che bisogna amare coloro che ci governano, o che bisogna rispettarli: ma per quale motivo dovrei rispettare uno che insulta tutti quanti, compreso me tra l’altro, in continuazione da quindici anni? E’ importante questo: la condanna ferma, fermissima dell’attentato e il dire che queste cose non si devono fare e che chi le fa deve essere punito e, nello stesso tempo, dire “ io quello lì non lo voglio più vedere, io quello lì non lo voglio come Presidente del Consiglio, quello non mi rappresenta, speriamo che se ne vada presto da Palazzo Chigi”, queste cose sono cose.. oppure “ lo detesto, lo odio”, personalmente non lo odio, ma non vedo per quale motivo qualcuno non potrebbe invece odiarlo: l’importante è che si limiti a odiarlo senza fargli niente di male, non esiste il reato di odio, esiste il reato di violenza, di aggressione, di lesioni, di tentato omicidio, di omicidio, quelli sono reati, ma il reato di odio non esiste...
Bene ha fatto Polito a rispondere in quel modo.
Per cambiare l aria avvelenata non bastano solo le buone intenzione e la buona educazione, ci vogliono anche delle persone come Polito che sappiano rompere dal massimalismo dei vari Di Pietro Travaglio ecc
Giusto piuttosto dare la voce alla sinistra riformista in Italia , ai vari Polito Caldarola Macaluso Ricolfi Finetti etc....
é bene sapere con chi si ha a che fare...
Posta un commento