domenica 19 dicembre 2010
La sinistra italiana dalla Tulliani a Madre Teresa. Christian Rocca
Ogni volta sbaglio. Sbaglio a pensare che si sia già toccato il fondo. Ma invece si va sempre più giù. La destra italiana è una barzelletta, ma perlomeno rappresenta un blocco sociale. La sinistra italiana invece è una grande chiesa che parte dalla Tulliani a arriva fino a Madre Teresa. Ora il segretario Bersani propone di allearsi con il camerata Fini, il suo gruppo di rautiani e il democristiano Casini (leggetevi la reazione dei compagni) oppure di consegnarsi chiavi in mano al poeta con orecchino che nella strepitosa rubrica fogliante di Claudio Cerasa dice che “il capitalismo ormai non è solo incompatibile con la democrazia: è incompatibile con la vita”. C'è anche la terza via, quella di trasformarsi in Pds, Partito dei secondini, con Di Pietro e Travaglio ad arrestare tutti (tutti tranne il loro idolo Ciancimino jr, quello che li prende per i fondelli ad Annozero e intanto trama, conta i soldi e fa affari loschi protetto dalla scorta della lobby più potente che c'è). Il quotidiano d'avanguardia intellettuale, cioè Repubblica, è sempre più l'organo della conservazione italiana, contro le riforme, contro il mercato, contro la globalizzazione. Ora si fa un giro di valzer garantista con D'Avanzo e Maltese, dà la colpa di quanto è successo a Roma e a Genova nel 2001 a Berlusconi e Bush, elogia i movimenti no-global ("profetici", addirittura, come no?) e si commuove per le ragioni di quei fessi rimasti delusi dalle palle sulla caduta certa di Berlusconi che la stessa Repubblica (ora anche su iPad) ha spacciato per settimane. E, naturalmente, sì alle primarie (così vince Vendola), ma no alle elezioni (sennò rivince Berlusconi). (Camilloblog)
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