Se si leggono i giornali di oggi cresce la sensazione che anche questa volta Silvio Berlusconi avrà la meglio su chi lo vuole morto (politicamente s’intende). I sondaggi non registrano smottamenti per il suo partito; nell’indagine si allargano crepe vistose come le contraddizioni di Nadia Macrì o le strane intercettazioni del Prefetto Ferrigno, a sua volta sotto inchiesta per reati sessuali; l’opposizione sembra sempre più confusa e irresoluta; la Lega non sembra avere tentennamenti riguardo le sorti dell’alleanza. Si capisce perché Berlusconi non abbia poi tanta voglia di fare il famoso “passo in dietro”.
Sembra di rivivere, sotto altre spoglie, la vigilia del fatidico 14 dicembre, quando in molti – anche nel Pdl – suggerivano al Cav. di dimettersi per evitare il peggio e lui, tra lo scetticismo generale, giurava che ce l’avrebbe fatta. Anche stavolta poi, ci sono i terzo-polisti che come allora, prima presentano una mozione di sfiducia (contro Berlusconi prima, contro Bondi adesso) e poi fanno di tutto per evitare di arrivare al voto. Tutti sono bravi a tramare, ma poi allo scontro frontale con il Cav. nessuno ha il coraggio di andare fino in fondo. Se non fosse per i magistrati e per le loro particolari condizioni di potere e irresponsabilità, Berlusca potrebbe dormire sonni tranquilli finchè campa.
Il Cav, la sfanga soprattutto perché il panorama politico non offre un’alternativa che sia una. L’opposizione - terzo polo compreso – è un club di vecchi leoni in gabbia, che ruggiscono all’ora del tg e si aspettano pasti gratis dalla politica. Anche il Cav. è un vecchio leone ma almeno è riuscito a non farsi ingabbiare: è braccato, inseguito ma resiste, si batte a suon di zampate, va a caccia e si gode la vita: preferisce essere il re di quel poco di foresta che rimane piuttosto che finire in gabbia.
Per questo la gente alla fine lo vota. Meglio lui, azzoppato, ferito, stanco, sporco, che quei damerini addomesticati dello zoo. (l'Occidentale)
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