Le palline colorate di Cecchini non bastano a salvare l’immagine
Graziano Cecchini è stato arrestato (insiene a due “complici”) con l’accusa di interruzione di pubblico servizio e stamane sarà processato per direttissima. La sua colpa è stata quella di aver inondato con 500 mila palline colorate la scalinata di piazza di Spagna e, di conseguenza, pure la “Barcaccia”. Un gesto che segue quello dello scorso ottobre quando tinse di rosso la Fontana di Trevi. Un gesto “futurista”, forse “folle”, sicuramente originale. Un gesto sicuramente meno violento e volgare del treppiedi addosso a Berlusconi o della cacca scaricata sotto casa del Cavaliere. Un gesto che, in qualunque modo lo si voglia chiamare, avrà come risultato di portare l’inedita piazza di Spagna multicolore sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali ed internazionali e in tutti i tg planetari. Per farla breve, così come la “rossa” Fontana di Trevi, la piazza di Spagna “arcobaleno” farà il giro del mondo. Scatenando sorrisi, magari sarcasmo e qualche giudizio negativo, ma riconfermando a livello mondiale la “genialità” dell’uomo italico.
Graziano Cecchini, però, pagherà una multa e intanto si è fatto pure una notte in cella. Fosse per noi (e per il Codacons che ne propone al Comune l’assunzione come promoter turistico) meriterebbe un premio. Perché tra la fontana di Trevi e piazza di Spagna, tre mesi scarsi di tempo, l’Italia ha fatto il giro sui mass media di tutto il mondo per la mondezza a Napoli, per il Papa cacciato dall’Università La Sapienza di Roma e per il ministro della Giustizia Mastella dimissionario a causa dell’arresto (domiciliare, naturalmente) della moglie, al secolo Sandra Lonardo, presidente della Regione Campania. E poi, tanto per non farsi mancare nulla, indagato pure lui. Per concussione ai danni di Bassolino, poi. A New York si sono sorbiti immagini con cumuli di mondezza e per poco non sentivano la puzza. A Londra sono rimasti allibiti perché noi italiani preferiamo tenerci i rifiuti sotto casa piuttosto che costruire termovalorizzatori che qualcuno ha deciso essere inquinati; e, comunque, se lo fossero, lo sarebbero sicuramente meno delle pattumiere a cielo aperto campane. Ed in Germania stanno ancora ridendo perché gli diamo le ecoballe che loro trasformano in energia, e ci mettiamo pure sopra 250 euro cadauna.
E tutti, nelle rispettive lingue, avranno esclamato: “che zozzoni questi italiani”. Però nessuno ha pagato e pagherà per questo, a parte gli italiani che si vedono aumentare le tasse o si devono beccare la mondezza altrui. Pecoraro Scanio è rimasto al suo posto, Bassolino pure, la Iervolino idem e Prodi ha aggiunto ancora più bostik sopra la sua sedia a palazzo Chigi. Dopo la mondezza, a New York, Londra, Losanna, Calcutta o dove volete voi, avranno visto pure le palline di Piazza di Spagna e avranno pensato: “ammazza, fichi sti italiani, ne pensano sempre una più del diavolo”. Ma il “pensatore” Cecchini sta dietro le sbarre. Nel resto del mondo avranno strabuzzato gli occhi di fronte a Papa Ratzinger che declina l’invito all’Università, dove doveva andare a parlare, mica a ripristinare la Santa Inquisizione. In America avranno imprecato, perché loro per avere nei loro campus una simile autorità avrebbero fatto carte false. E il commento planetario sarà stato molto simile a quello che fece Berlusconi riferendosi agli italiani che votavano a sinistra. Il risultato, come sempre, è stato che nella nostra penisola si sono tutti arrabbiati, ma il rettore non si è dimesso, i vecchi tromboni con il burka insegnano ancora e la politica, battuta da 67 professori, non si sente responsabile. Cecchini e le sue palline, invece, sono colpevoli.
Da ieri, infine, in tutto il mondo ci stanno prendendo per i fondelli perché il nostro Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, è indagato per concussione. La moglie, invece, è stata arrestata per lo stesso reato. E con lei una trentina di dirigenti dell’Udeur. Mastella, quello dell’indulto, un provvedimento forse voluto perché ben conosceva le inclinazioni dei suoi familiari e dei suo compagni di partito. Staranno ridendo anche in Honduras e a Panama, posti dove la giustizia non è mai stata cosa seria, ma comunque più credibile che da noi. L’unica cosa, stavolta, è che Mastella ha deciso di dimettersi. Non per pagare, però, bensì perché si sente vittima della magistratura. Un perseguitato. E quando ha annunciato la sua decisione con un discorso strappalacrime, da libro Cuore, è scattato pure l’applauso bipartisan del Parlamento. Non bastasse tutto questo, Prodi gli ha detto di ripensarci e lui ha detto che “valuterà”. Stai a vedere che pure Mastella rimane al suo posto, come la moglie che non ha mai avuto dubbi in proposito.
Cecchini invece paga. Paga per averci fatto fare bella figura in tutto il mondo. Per aver portato alla ribalta il “genio” italico, per di più in mezzo a tanta vergogna. Adesso, sperando che lo scarcerino al più presto, gli chiediamo un ulteriore regalo. Un’impresa un po’ meno futurista rispetto a quella che è abituato a compiere. Sappiamo che a breve partirà per un viaggio umanitario in Birmania: porti con sè Pecoraro Scanio, Bassolino, Prodi, Mastella e consorte, la Iervolino e pure tutti e 67 i professori fondamentalisti. Dato che c’è, porti con sè tutto il Parlamento. Dopodiché li lasci pure lì. Magari dipingendoli prima di giallo. (l'Opinione)
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