Aveva chiesto una scelta di campo e gli elettori lo hanno ancora strascelto. Giudici fans del Che lo hanno costretto a scendere in campo e in due settimane, come al solito, si è portato a casa il successo.
Ha vinto Berlusconi. Punto e a capo.
Ci sono tuttavia molti sassolini che bisogna togliersi e che ci permettono di fare alcune dediche all’indomani di questo successo elettorale.
Dedicato innanzitutto al Cav., che in ordine di tempo negli ultimi dodici mesi è stato: pedofilo reticente, puttaniere domestico, mafioso e ideatore di stragi e, in un crescendo oxfordiano, piduista fascista e sodomizzatore degli italiani (senza contare Bertolaso, la nuova Tangentopoli e altre simili panzane). La forza della leadership, o come direbbero alcuni che avrebbero l’ambizione sostituirlo, la forza del cesarismo. Evviva il cesarismo!
Dedicato al PdL, quel PdL che era a Piazza San Giovanni, a quel popolo e al suo capo popolo e soprattutto a chi non c’era, ammantato di pavidità istituzionale (a proposito Presidente Fini, la Sua carica istituzionale, Le ha consentito di andare a votare?). Dedicato a quel partito senza democrazia interna, senza dialogo, becero e pieno di veline, che porta in carrozza la Polverini alla vittoria senza avere il proprio simbolo nella Capitale del Paese, che stravince (anche senza contare l’UDC in Calabria e Campania) e che, non fa mai male ricordarlo, è ancora il primo partito nel Nord in Piemonte, Lombardia, Friuli e sta davanti alla Lega anche in Liguria. Un partito insomma, che dice, senza equivoci a chi non si sente a suo agio al suo interno, di accomodarsi alla porta.
Dedicato agli ossessionati di Repubblica e alle loro 10 noiosissime domande. Dedicato al popolo viola che ora può tornare a elucubrare di democrazia sulla rete che ha sostituito, nel loro immaginario, Capalbio. Dedicato anche al popolo delle carriole (la Provincia dell’Aquila è tornata al PdL) ricettacolo telecomandato di sezioni partito.
Dedicato a Bersani e alla Bindi, rispettivamente segretario e Presidente della Lega degli Appennini, ex-Partito Democratico, ormai capaci di vincere solo dove il sistema di potere è così marcio e costituito, ancora sospesi tra il giustizialismo Di Pietro e la vecchia cara nostalgia comunista.
Dedicato all’ANM, ormai la vera opposizione del Paese, che da anni vuole imporre le regole oltre che applicarle, che detta i tempi della politica intervenendo puntualmente in ogni campagna elettorale… che tornassero a fare i giudici passando meno tempo in TV e sui giornali.
Dedicato ai sacerdoti e alle prèfiche della costituzione, agli ossessionati dal conflitto d’interessi, al soviet della Federazione Nazionale della Stampa, ai fotografi di villa Certosa e al povero appuntato costretto a passare la giornata ad intercettare il Presidente del Consiglio.
Berlusconi ha vinto. Punto e a capo. (l'Occidentale)
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