Zitto zitto, Nichi Vendola aggiunge un altro tassello alla campagna elettorale permanente che è il tratto distintivo della vita politica italiana. Lo fa, nientemeno, spiegandoci che il delitto di Sarah Scazzi è frutto del berlusconismo, cioè di quel totalitarismo mediatico che - secondo lui - ha stravolto l'antropologia dell'Italia di una volta, quella della tv di stato e del maestro Manzi. Ma oltre a riflettere sul fatto che il presidente della Regione Puglia avrebbe potuto mostrare un po' più di prudenza, visto che il delitto è avvenuto proprio nella regione che governa, ci sono almeno un altro paio di considerazioni che spiegano come in questo caso Nichi abbia preso un colossale abbaglio.
"Uomini che uccidono le donne e le bambine non sono mostri ma sono nostri, nel senso che sono iscritti nella quotidianità del paese - ha detto Vendola - la strumentalizzazione dei corpi delle persone è un fatto peculiare di questo tipo di tv spazzatura. Mediante la tv è in atto un'operazione culturale che ci ha assuefatti alla banalità del male. Perché il berlusconismo non è un'anomalia, non è un'insorgenza patologica ma qualcosa che permea l'autobiografia del Paese".
Come se prima della tv spazzatura non ci fossero state le gogne pubbliche, le folle festanti sotto la ghigliottina o quelle plaudenti attorno al rogo di qualche strega, o ancora le lapidazioni e gli omicidi rituali con un colpo di mitragliatore alla testa di qualche povera malcapitata giustiziata in uno stadio dal talebano di turno (che la tv, com'è risaputo, l'avevano vietata). Ma quelle sono altre culture, si dirà, sono le storie trascorse e remote di un mondo che non esiste più. In realtà, la morte è da sempre uno spettacolo, dal Grand Guignol ai film horror, e la televisione è solo l'ultima piattaforma di una "passione necrofila" che appartiene alla storia dell'uomo. Vendola, reputato persona intelligente, queste cose dovrebbe saperle.
A leggere nella assai confusa vicenda della morte di Sarah, emerge più lo spettacolo di un infernale gineceo (la cugina, la zia...) che non quello di un mondo femminile mercificato in cui la donna si riduce a velina o starlette da Drive In. Come dire, ciò che dovrebbe preoccupare di questa storia è che sia maturata in strutture "matrilineari" piuttosto che patriarcali (Misseri è colpevole o prima ancora un complice?), strutture profonde che appartengono a quel Mezzogiorno che Vendola difende in ogni occasione. Quella Puglia materna, solidale e accogliente, quella terra del governatore per sempre grato alla sua mamma, che a quanto pare non produce solo "mostri" (uomini) ma anche assassine (donne). Prima di cavarsela a buon mercato con la solita solfa sul berlusconismo, dunque, Nichi avrebbe potuto fare qualche sforzo in più nell'interpretare la sanguinaria antropologia di questo Sud. (l'Occidentale)
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