L'accusa feroce di Rosy Bindi a Veltroni scotta, perché sia lei che lui sanno che è straordinariamente vera: le primarie saranno piene di brogli.
Lo saranno perché da sempre la sinistra vive le elezioni campando su quella fantastica zona grigia che è il ''mandato dello scrutatore''.
Chi l'ha fatto -come l'ho fatto io- sa bene che la discrezionalità del presidente di seggio, degli scrutatori e dei rappresentanti di lista è enorme. Se il punto è riconoscere la volontà dell'elettore e il confine è la irriconoscibilità anagrafica del medesimo, si può fare di tutto. Il mio amico Paolo Garofalo, responsabile dell'ufficio Ansa di Montecitorio, ricorda l'esempio di Milano, negli anni sessanta, quando gli scrutatori del Pci riuscivano a fare accreditare al Partito tutte le schede con ''Viva Mao!'', per manifesta intenzione di voto comunista. In realtà gli elettori -e gli scrutatori e i presidenti di seggio lo sapevano bene- erano dei ''cinesi'' che avevano in massimo spregio proprio il Pci, ma tant'è...
Così è stato sino ad oggi e i brogli delle ultime elezioni sono tanto certi, quanto certa è la responsabilità della Cdl di averli permessi: dopo 13 anni dal 1993 doveva dotarsi del suo esercito di scrutatori, se non l'ha fatto, le pazzesche regole del gioco elettorale italiano la penalizzano. Inutile protestare, dopo.
Bindi protesta prima e così fa Rizzo contro la Cgil.
Hanno ragione, ma peggio per loro.La democrazia a sinistra stenta ad affermarsi senza trucchi. Ed è il vero problema dell'Italia
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