lunedì 18 febbraio 2008

Fotovoltaico e nucleare: domande e risposte. Carlo Cerofolini

Quando in Italia si affronta il problema dell'energia molti ambientalisti per evidenziare come sia logico, conveniente e risolutivo ricorrere al fotovoltaico (FV) e non puntare invece sul nucleare, usano, tra l'altro, la tecnica di porre delle domande a risposta, secondo loro, scontata ed ovvia per accreditare le loro tesi. Tutto questo senza però tener conto della complessa realtà tecnico-scientifica connessa a queste tematiche, che se affrontate in maniera superficiale e/o ideologica - come appunto fanno di solito gli ambientalisti - sono disastrose per il futuro del Paese. Al fine quindi di fare chiarezza è bene dare delle risposte chiare, seppur sintetiche, ad alcune delle domande che i fautori del FV e nemici del nucleare sono soliti porre. Nello specifico:

1. Come mai in Germania hanno installato così tanti impianti fotovoltaici? Hanno valutato male? La Germania - che ha installato circa 800 MW FV oltre a 18 GW eolici - «impone» questa tecnologia, di cui è leader, alle altre nazioni europee, che così ne sostengono la produzione, l'occupazione e le garantiscono forti guadagni sia nell'eolico che nel FV (anche se con queste «trovate» in Germania diverse volte si sono verificati dei black-out). Tant'è che queste industrie, da un fatturato 2006 di 16,4 miliardi, si prevede che raggiungano i 120 miliardi nel 2020. E molto probabilmente è soprattutto in virtù di questa prospettiva che il Cancelliere tedesco Angela Merkel, quando è stata Presidente di turno della Commissione Ue nel marzo 2007, ha tanto insistito sul fronte del raggiungimento del 20% delle energie rinnovabili e pari diminuzione gas serra rispetto al 1990 entro il 2020, come obbligo per la Ue stessa - e che a breve il Parlamento europeo è chiamato a ratificare - : il che significa che l'Italia dovrebbe chiudere molte delle sue centrali termoelettriche (siamo fuori di circa il 33% per la CO2), o andare in bancarotta per pagare le penali, a meno che non si opti per il nucleare. In ogni modo è bene sapere che la Germania produce energia elettrica per il 55% dal carbone (noi 9%), il 30% dal nucleare (noi 0,0%) e meno dello 0,3% dal FV.

2. I costi elevati del FV sono stati valutati anche in previsione di un aumento certo (almeno per quanto riguarda il petrolio) dei prezzi dell'energia e del fatto che sta nascendo una nuova tecnologia, per ricavare silicio da componenti biologici con rendimenti sempre maggiori? I seguenti dati sono illuminanti: costo in centesimi di euro a KWh - comprensivo costo costruzione e manutenzione - per centrali da 1 GWe, in (...%) è indicata la continuità della fonte: 1) nucleare 3 ct. (85%); 2) carbone 4 ct. (90%); olio 7 ct. (90%); 5) gas ciclo combinato 6 ct. (90%); 6) Fotovoltaico 55 ct. (15%) (cfr. F. Battaglia-R.A. Ricci. Verdi fuori rossi dentro , p. 101 ed Libero-Free 2007). Il FV, come si vede, costa a KWh circa 18 volte più del nucleare e 14 volte più del carbone, e quindi - pur non volendo considerare il soprassoldo del conto energia per ogni KWh prodotto con questa tecnologia, che non è poco - è al di fuori di ogni portata economica, anche nel caso che il costo del gas e del petrolio raddoppiasse ed i pannelli FV fossero gratis (il costo degli impianti FV dimezzerebbe). Oltre questo comunque il FV è una fonte caratterizzata da rigidità (mancanza di potenza) e fluttuazione (inaffidabilità) dell'energia che eroga e quindi necessita di centrali convenzionali o nucleari a tampone di pari potenza per non rischiare di andare in black out quando il sole non splende, per cui il suo uso è solo di nicchia. Inoltre il costo degli impianti FV nel tempo si allinea all'aumento del costo dell'energia che deriva soprattutto da fonti fossili. Infine va detto che la durata delle apparecchiature ausiliarie degli impianti FV (inverter, ecc.) non hanno durata ultra ventennale, come di solito la hanno i pannelli FV, e quindi debbono essere sostituiti almeno una volta, con aggravio non indifferente di spese dell'impianto stesso.

3. Il maggior costo degli impianti FV e del conto energia non sono compensati dal risparmio nei versamenti dovuto per l'adesione al protocollo di Kyoto? Solo per rispettare entro il 2012 l'abbattimento del 6,5% di anidride carbonica emesso imposto da Kyoto - anche se la diminuzione totale dovrebbe essere in realtà di più del 19% (!) rispetto al 1990, perché da allora i gas serra prodotti dall'Italia sono aumentati del 13% circa - si dovrebbero spendere oltre 500 miliardi per pannelli FV, senza per altro rinunciare ad avere almeno 8 GW convenzionali o nucleari a tampone in stand-by per non rischiare black out, come già detto. Questo quando con 10 centrali nucleari da 1 GW ognuna, per un costo totale di 25 miliardi, si raggiungerebbe lo scopo e si potrebbero così spengere 10 GW termoelettrici (cfr. F. Battaglia ,L'illusione dell'energia dal sole , p. 152 ed. 21° Secolo 2007). Insomma il danno e la beffa. Oltre a questo si deve poi considerare che avere in stand-by delle centrali termoelettriche porta costi aggiuntivi ed inficia i risparmi di gas serra del FV, fino anche ad annullarli, parola di GRTN (cfr. http://www.adamsmith.it/doc/Mauro%20Valeriani%203-6-03.pdf). Infine, se non costruiremo le centrali nucleari, saremo condannati al pagamento di circa due miliardi di euro annui (quasi il costo di una centrale nucleare da 1 GW) solo per il mancato rispetto del protocollo di Kyoto ed in più continueremo a pagare alla Francia 1,3 miliardi annui per l'energia che da lì importiamo e che proviene da centrali nucleari. Detto per inciso, in 20 anni di importazione di elettricità dalla Francia, da quando cioè abbiamo sciaguratamente rinunziato al nucleare, si sono spesi circa 25 miliardi, ovvero abbiamo pagato a questa nazione ben 10 centrali nucleari.

4. Come la mettiamo con le scorie nucleari? Le scorie nucleari consistono per il 95% di uranio (l'elemento naturale di partenza) e per l'1% da plutonio, ed entrambi, se opportunamente riciclati, sono perfettamente utilizzabili come combustibile in reattori a ciclo chiuso. Il restante 4% è la componente energeticamente inutilizzabile: ma il 3,5% contiene nuclidi che o sono stabili o dimezzano la loro attività ogni 24 ore, mentre lo 0,4% contiene nuclidi che dimezzano la propria attività in meno di 10 anni. Alla fine, del combustibile spento rimane meno dello 0,1% (principalmente stronzio 90 e cesio 137) che dimezza la propria attività in circa 30 anni. In definitiva, riciclando uranio e plutonio,queste scorie non riutilizzabili devono essere controllate per soli 100 (cento) anni - come si fa attualmente senza problemi - e non 100.000 (centomila). Inoltre se l'energia elettrica che ognuno di noi consuma fosse tutta da fonte nucleare, le scorie annualmente prodotte dal singolo occuperebbero il volume di u,na tazzina di caffé (Cfr. Franco Battaglia - Pregiudizi sul nucleare - Il grande bluff dell'energia solare Il Giornale 19/01/07 p. 16; F. Battaglia - R. A. Ricci, Verdi fuori rossi dentro , p. 102 ed. Libero-Free 2007). Infine, sempre della serie il danno e la beffa, è bene sapere che con la «modica» spesa di 250 milioni invieremo a rate a riprocessare in Francia tutte le barre di uranio delle nostre ex centrali nucleari (1.243 barre per un peso di 235 tonnellate) e regaleremo questo combustibile riprocessato alla Francia stessa, che le userà nelle proprie centrali e poi ci rivenderà, guadagnandoci, l'energia elettrica che queste produrranno proprio con il nostro uranio. Comunque, in «compenso», ci verranno restituite, entro il 2025 alla fine del riprocessamento, le scorie radioattive vetrificate che dovremo allocare in un apposito sito, che ovviamente, al momento, non abbiamo, questo anche grazie alla sindrome Nimby che da troppo aleggia sull'Italia e che, se non debellata, ci porterà rapidamente alla rovina.

5. Dopo il grave incidente avvenuto nell'ex Urss nel 1986 alla centrale nucleare di Chernobyl, come si può affermare che il nucleare sia sicuro? Per quanto riguarda quest'incidente, va detto che questo non è figlio dell'energia nucleare, ma è figlio legittimo del comunismo. Questo disastro è, infatti, potuto accadere sia per la completa mancanza della cultura della sicurezza e dell'individuo - che non c'era e non c'è nei paesi comunisti - sia per l'assenza di un decente livello di organizzazione dell'impresa e delle attività industriali, che anzi era caratterizzato da un'impressionante sciatteria e da un disimpegno personale collettivo. (cfr. Piero Risoluti, I rifiuti nucleari: sfida tecnologica o politica?, p. 86-87, ed. Armando 2003). E comunque nessuna di queste pericolose e obsolete centrali RBMK - che hanno il moderatore a grafite, che si può incendiare, come per altro è avvenuto a Chernobyl, che non hanno doppie pareti di contenimento dell'intera struttura, necessarie per impedire fughe radioattive verso l'esterno, ecc. - è in funzione nel mondo occidentale, tant'è che un incidente simile mai e poi mai da noi sarebbe potuto capitare. Inoltre, considerato che ora siamo già alla terza generazione di centrali nucleari, molto più sicure di quelle già sicure che avevamo in funzione in Italia oltre 20 fa, si può tranquillamente dire che non siamo lontani dal rischio zero, ovviamente irraggiungibile.

Conclusioni: da quanto sopra si evince chiaramente che il Re ambientalista oltre che nudo è pure pericoloso (vuole solo affermare un'ideologia anticapitalistica, antioccidentale e terzomondista e non salvaguardare l'ambiente e le persone) e quindi è necessario che il Partito della Libertà affronti con decisione ed in modo scientificamente corretto i problemi legati, oltre che all'ambiente, all'energia e butti il cuore oltre l'ostacolo, inserendo nel proprio programma elettorale un punto irrinunciabile che dovrà dire: «Il piano energetico nazionale sarà allineato al mix energetico europeo». Nucleare compreso quindi, perché a tale mix il nucleare contribuisce per il 28%. In difetto di ciò è illusorio solo pensare che l'Italia possa tornare ad essere competitiva se non avrà energia abbondante, a basso costo e, tutto sommato, poco inquinante e rispettosa sia di Kyoto sia dei futuri nuovi limiti Ue, riguardo al contenimento dei cosiddetti gas serra. Ed a quanti poi dicono che costruire centrali nucleari in Italia è un vasto programma, va detto chiaramente che la via è comunque obbligata e quindi prima la classe politica si rende conto di questo e meglio è, dopo di che occorre nell'ordine: informare (molto e bene), convincere, correggere, decidere e poi agire senza tentennamenti ed a questo punto quasi sicuramente - sempre parafrasando De Gaulle - gli italiani seguiranno e magari pure volentieri. (Ragionpolitica)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo basarsi sui dati di un libro di parte fa porre nello stesso atteggiamento che hanno gli ambientalisti.
Non sono contro il nucleare, ma non capisco perchè si è contrari alle fonti rinnovabili, soprattutto al fotovoltaico. Se ogni comune di dotasse di un impianto a terra di qualche ettaro, ne servirebbero veramente poche di centrali nucleari. Certo è che non possiamo più permetterci il termoelettrico.
In ogni caso arrivare ad un 20 % di fonti rinnovabili nel 2020 non è cedere alle politiche della Merkel ma essere virtuosi e preservare almeno un pò l'ambiente in cui viviamo.

Il segreto del successo è puntare su tutte le fonti disponibili in maniera bilanciata.

Simone Tronchin ha detto...

Solo un esempio: per produrre la potenza di 1 milione kWh all'anno servono 7300 mq di pannelli su 15000 mq di terreno. Questa è l'energia di cui hanno bisogno 350 famiglie in un anno. Costa circa 5 milioni e mezzo di euro con 50 mila euro di manutenzione annua. Funziona solo con il sole limpido...
La stessa energia la paghiamo, adesso senza le centrali nucleari, 180 mila euro all'anno. In sostanza se non ci fosse il "conto energia", che sono sempre tasse nostre, non sarebbe per nulla conveniente.
CUI PRODEST ? A chi giova tutto ciò ?

Anonimo ha detto...

Simone sai quanto costa una centrale nucleare da 1,5 milioni di kw (cioè 1,5 gigawatt) costa , combustibile escluso 18 miliardi di Euro (così ha detto Tremonti in Tv) a fronte dei 5 Miliardi ( non 5 milioni.. ti sei sbagliato a fare i conti) dell'equivalente solare. Non mi pare che, a prescindere dal conto energia, non ci sia il guadagno. Voi berlusconiani siete i soliti bugiardi...