venerdì 8 febbraio 2008
Giornalisti approsimativi. Valerio Fioravanti
Ci risiamo, i nostri giornalisti di sinistra si confondono, si immedesimano, sognano, e seguono la campagna elettorale statunitense come fosse la nostra. Stanno tutti con Obama, tranne sparuti manipoli di vecchie femministe che ancora parteggiano per la Clinton. No, non ci stiamo lamentando del fatto che i candidati conservatori ottengano la metà della metà dell’attenzione di quelli progressisti, ma della strana confusione mentale per la quale vorrebbero convincerci, come al solito, che loro, i progressisiti italiani, sono quelli più intelligenti perché sono quelli che stanno dalla parte dei candidati migliori. Se dicessero “Obama ci piace, ed è un gran peccato che nessuno dei nostri candidati gli assomigli anche solo lontanamente”, ne verrebbe fuori un interessante dibattito. Invece no: è come se ci dicessero che in realtà tutti loro sono come Obama, e che se l’Italia fosse lasciata nelle loro mani, diventerebbe una specie di super-america, un’America con solo le parti belle, con solo New York, Boston e la California. Peccato che in America, giornalisti così approssimativi avrebbero serie difficoltà a lavorare, e comunque, di certo, non avrebbero il “posto fisso” nelle tv e radio di Stato. (l'Opinione)
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