venerdì 21 dicembre 2007
Ciò che il centro destra non ha fatto allora. Valerio Fioravanti
“Dini era con noi, poi hanno minacciato di arrestare sua moglie...”. È l’ennesima accusa di Berlusconi contro quella parte di magistratura “militante” che si presterebbe a favorire la sinistra in politica. Solo pochi giorni fa aveva lamentato che dei pubblici ministeri a Napoli avevano “interrogato” alcuni senatori di centrosinistra intimidendoli nel caso volessero passare a destra. E due settimane prima avevano fatto trapelare sui giornali le sue telefonate in Rai, eccetera. Inutile continuare ad elencare i casi, tutti li conosciamo e tutti, tranne i suoi odiatori esasperati, siamo abbastanza convinti che il Cav non abbia tutti i torti a lamentarsi. Cosa avrebbe potuto fare in cinque anni di governo per neutralizzare questo ricorrente e sempre incombente pericolo? Ben poco, perché spesso i suoi nemici sono convinti di avere ragione, e sentono la loro come una “missione” che li autorizza a fare qualsiasi cosa, senza il minimo scrupolo di coscienza. Aggiungiamoci che la sinistra è anche molto potente, e quindi non solo non si fanno scrupoli, ma nemmeno temono ritorsioni di sorta. Detto questo, c’era solo una cosa che poteva essere fatta per limitare lo strapotere di alcune procure: assumere alcune migliaia di nuovi magistrati ed immetterli rapidamente nei ruoli. Dopo, ovviamente, aver vigilato che i concorsi fossero stati fatti bene. Era l’unica cosa che si poteva fare, ma, presi da altro, non è stata fatta. (l'Opinione)
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