giovedì 20 dicembre 2007

Il Garante della privacy non ha nulla da dire? Benedetto Della Vedova

Il fatto che sul sito Internet di Repubblica (e presto ovunque sulla "rete") sia disponibile l’audio di una recentissima conversazione telefonica tra Berlusconi e Saccà, di cui la magistratura ha disposto l’intercettazione, dimostra che nelle speculazioni politiche e giornalistiche contro il capo dell’opposizione si è ormai sconfinati nella barbarie.
Barbaro, solo barbaro, può infatti definirsi un sistema in cui le intercettazioni disposte nell’ambito di una inchiesta (che è solo, come è ovvio, ai suoi inizi) possono essere date in pasto al pubblico (addirittura nella versione audio integrale) senza alcuna garanzia per gli interessati, come aprioristica prova di una "colpevolezza", che non potrà mai essere appurata in sede giudiziaria.
Il degrado che segna i rapporti tra magistratura, politica e informazione è una emergenza democratica che il nostro paese deve affrontare.
Ci chiediamo se il Garante per la privacy non abbia davvero nulla da dire al riguardo. (Riformatori Liberali)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il problema di chiamarsi Berlusconi.

Ricordiamo invece che per baffetto D'Alema, non solo non sono state rese pubbliche le intercettazioni, ma addirittura si è castigato il pm che ha osato anche solo far richiesta ad indagare.

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)