lunedì 17 dicembre 2007
Prodi sul Dalai Lama: ragion di Stato. Corriere della Sera
«In questi casi bisogna usare prudenza. Ho la responsabilità di un Paese e devo rendermi conto delle conseguenze finali delle mie azioni. Uno, ero all'estero; due, non lo abbiamo invitato. E comunque la ragion di Stato esiste e io ne sono responsabile». Così il presidente del Consiglio Romano Prodi, ospite ieri sera a Che tempo che fa, in risposta al conduttore Fabio Fazio che gli chiedeva perché non ha incontrato il Dalai Lama nella recente visita che il leader tibetano ha fatto in Italia. «Ero ai vertici europei», ha detto il premier innanzitutto. Per poi aggiungere: «Comunque si deve usare prudenza in questi casi. Se è indispensabile si possono fare eccezioni, sennò debbo rendermi conto delle conseguenze finali delle mie azioni. C'è un discorso: la ragion di Stato esiste, io ne sono responsabile». Durante la permanenza del Dalai Lama in Italia da più parti si erano levate critiche perché non era stato previsto alcun incontro ufficiale con esponenti di governo. Prodi chiude così la polemica: «C'è la ragione di Stato, esiste, e io ne sono responsabile».
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1 commento:
Direi che e' una posizione "di destra" quella di Prodi. Per la destra viene prima quell'oggetto oscuro che una volta si chiamava "interesse nazionale". Tutto sta a definirne i contorni. Si vuole una partnership con la Cina? allora ci si comporta di conseguenza. Ci si vuole opporre alla Cina? Allora e' auspicabile essere forti politicamente, ma anche militarmente, perche' sul piano internazionale si fa cosi'. I "diritti umani" facciamoli rispettare in casa nostra, che gia' facciamo fatica a mantenere quelli che dovrebbero essere garantiti dalla Costituzione. Non si puo' essere contemporaneamente idealisti e pragmatisti: si deve saper scegliere. Naturalmente sarebbe buona cosa che una destra facesse la destra e viceversa per la sinistra. Comunque ormai non si capisce piu' niente e le parti sembrano invertite.
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