domenica 11 novembre 2007
Il decalogo dei pallosi. Orso Di Pietra
“Non ci si può presentare ad un altro amico nostro se non è un terzo a farlo”. Che è una regola da Circolo della Caccia. “Non si guardano mogli di amici nostri”. Che è un consiglio di bon ton di qualsiasi salotto borghese. “Non si fanno comparati con gli sbirri”: Che, se sostituisci il termine “sbirri” con delinquenti, è uno dei requisiti per entrare nell’Arma. “Non si frequentano né taverne, né circoli”. Che è un principio da frati trappisti. “Si ha il dovere di essere sempre disponibile. Anche se c’è la moglie che sta per partorire”. Che è un obbligo da giuramento d’Ippocrate. “Si rispettano in maniera categorica gli appuntamenti”. Che è una pratica tipicamente milanese. “Si deve portare rispetto alla moglie”. Che è un obbiettivo protofemminista. “Quando si è chiamati a sapere qualcosa si dovrà dire la verità”. Che è l’equivalente del giuramento dei testimoni in tribunale”. “Non ci si può appropriare di soldi che sono di altri e di altre famiglie”. Che è un insegnamento da Mosè con la barba. “Niente affiliazione per chi ha un parente stretto nelle varie forze dell’ordine, oppure chi ha tradimenti sentimentali in famiglia o chi ha un comportamento pessimo e non tiene ai valori morali”. Che, sempre sostituendo le “forze dell’ordine” con il termine “cosche”, costituisce un novero di disposizioni buone per chi aspira ad essere assunto in una qualsiasi grande azienda (tranne, ovviamente, il settore sicurezza della Telecom). Insomma, questo decalogo del perfetto mafioso scoperto nel covo del boss Lo Piccolo sembra tratto dal manuale delle giovani marmotte. Il ché è un duro colpo per l”Onorata società”. La mafia non è solo criminale. E’ pure pallosa! (l'Opinione)
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