lunedì 21 luglio 2014

Ruby, il cav assolto. Ma non ci stanno… Nicola Porro

Berlusconi è stato assolto dall’ipotesi di concussione perchè il fatto non sussiste e per l’ipotesi di prostituzione minorile perchè il fatto non costituisce reato. In primo grado si era beccato sette anni, uno più delle richieste della Bocassini.
Non stiamo qua a ricordare lo sputtanamento complessivo che il Cav ha dovuto subire e non stiamo qua a ribadire che chiunque venga sottoposto al trattamento Bocassini (intercettazioni, pedinamenti, origliate e supposizioni pruriginose) rischierenne di fare una pubblica figuaraccia. Pensate che goduria ascoltare certe telefonate dei moralizzatori. Ma lasciamo perdere il passato e ragioniamo sul presente.
Oggi assistiamo ad altrettanta malafede rispetto. Si dice che Berlusconi sia riuscito a farla franca solo grazie ad una legge ad personam (la cosidetta Severino) votata dal Pd e dall’allora Pdl durante il governo Monti, che ha modificato il reato di concussione. I campioni sono quelli del Fatto (all’interno stanno vincendo i trinariciuti di travaglio, purtroppo) e più modestamente La repubblica.
Si tratta di una balla colossale, ma a forza di dirla in giro con quell’aria di sapientini, qualcuno ci può credere. La realtà è che proprio coloro che accusano il Cav di essersi fatto una legge ad personam (per interposta persona e partito e cioè Monti) sono tra coloro che vogliono leggi contro il Cavaliere per farlo scomparirre dalla terra. Ma vediamo perchè si tratta di una colossale balla.
1. Semplice, le date non coincidono. La legge Severino è stata approvata nel 2012, mentre la condanna in primo grado del cavaliere è avvenuta nel 2013. Dunque ci verrebbe da chiedere ai fenomeni perchè i giudici di primo grado hanno inflitto sette anni al Cav, pur vigente la Severino? Se la Severino fosse stata così ad personam non può esserlo a scoppio ritardato. Coloro che giudicarono e indagarono Berlusconi nel 2012 sapevano benissimo della legge in vigore e dei suoi eventuali effetti.
2. Ma la legge l’avete letta. Grazie alla Severino oggi Silvio Berlusconi non è più senatore. Grazie alla medesima legge che i geni dicono che Berlusconi si sia fatto a sua immagine e somiglianza, oggi il Cav ha subito il rapido processo al Senato ed è stato sbattuto fuori. E per di più non vi potrà rientrare per un numero di anni superiore a quello che la sola sentenza di frode fiscale prevede. Senza Severino il Cav oggi sarebbe stato ancora al Senato.
3. Concediamo, ma per puro gioco retorico, che la Severino abbia cambiato la norma in corso di partita. Ma allora perchè in appello il procuratore generale ha continuato a chiedere la medesima condanna ricevuta dal Cav in primo grado? Il procuratore avrebbe potuto chiedere pena inferiore stante la mutata legislazione, più favorevole al concussore. Evidentemente sperava, il procuratore, che la medesima forzatura di primo grado, fosse accolta dai giudici di appello.
4. Il fatto non costituisce reato. Questa è la formula con cui è stato assolto Berlusconi. Insomma lo vogliono capire o no, questi zucconi che non ci vogliono stare, che il giudice d’appello ha banalmente ritenuto (come facevano le persone di buon senso) che la telefonata del Cav in questura non rappresentasse alcuna reato. Come gli stessi poliziotti hanno più volte testimoniato. E dunque l’assoluzione nasce dalla mancanza di reato e non dalla mancanza di una fattispecie penale che permettesse di colpire il Cav. Il giudice di appello avrebbe inoltre potuto derubricare il reato, se questo fosse stato il caso vista la nuova legge, e applicare sanzione più blanda (come in molti compreso Lillo del Fatto si attendevano). E invece non l’ha fatto poichè ha ritenuto che la concussione semplicemente non si configurava.
5.E la prostituzione? Ammesso e non concessa la legge ad personam (che come visto non esiste) che fine fa la condanna ad un anno per prostituzione minorile. Il giudice anche in questo caso ha dato un bel colpo di spugna sostenendo che il fatto non costituisce reato. Vederemo nelle motivazioni perchè. Ma su questa assolzuione tutti zitti. Eppure era il fondamento dello sputtanamento, anche internazionale, del Cav. Nulla. Il giudice ha assolto anche in questo caso. Perchè non è provata la dazione di danaro? perchè non è provato il rapporto sessuale? Perchè non è provato che il cav sapesse della minore età di Ruby? Ancora non lo sappiamo. ma conta relativamente. é stato assolto. I moralisti si rivolgano altrove. Qua parlaimo di condanne o assoluzioni.
6. Ha perso la Bocassini. La barzelletta più gustosa è avvenuta ieri sera quando Travaglio a Bersaglio Mobile di Mentana mi contestava ciò che è chiaro a tutti. Il protoPm diceva che a perdere, semmai, era stata la procura generale. E’ seguita lezioncina. Peccato che il protoPm si sia dimenticato di ricordare ai telespettatori di come il processo sia stato imbastito sulle indagini della Bocassini, non su quelle del mago Zurlì. E che in appello si è giocato sul medesimo campo di gioco. Nulla di nuovo è intervenuto. Il procuratore generale ha semmai dimostrato scarsa indipendenza di giudizio e di valutazione nei confronti della Bocassini. Ma la palla avvelenata da lì è stata tirata.
La verità è che non ci vogliono stare. Le sentenze non si discutono solo quando condannano i nemici politici.

(il Giornale)

giovedì 3 luglio 2014

Il peggior presidente Usa? Obama. Il migliore è Reagan. Giampaolo Rossi

Obama è il peggior presidente degli Stati Uniti dalla fine della Seconda Guerra mondiale ad oggi; lo dicono gli americani interpellati in una ricerca dell’università di Quinnipiac (Connecticut), specializzata in sondaggi; con buona pace dei cantori dell’obamismo ideologico, il primo presidente nero, Nobel per la pace sulla fiducia, speranza dei popoli oppressi, dei diseredati e dei radical chic di tutto il mondo, è ultimo nella classifica che attraversa 69 anni di storia americana e ben 12 presidenti.

Obama riesce persino ad essere più impopolare di George Bush, che nel 2006 guidava la classifica dei peggiori, e di Richard Nixon, il presidente travolto dallo scandalo Watergate; con la differenza che Bush e Nixon furono, durante i loro mandati, osteggiati violentemente da media e intellettuali mentre Obama ha sempre goduto di un atteggiamento di genuflessa adorazione da parte di coloro che creano opinione pubblica. Come a dire: non riesce a vincere nemmeno con gli arbitri a favore. Ma la cosa più sorprendente, quella che dovrebbe far saltare sulla sedia i guru della sinistra liberal, è che, secondo lo stesso sondaggio, il miglior presidente americano della storia recente è Ronald Reagan, che surclassa persino il mitico J.F. Kennedy ed Eisenhower, l’eroe della vittoria nella Seconda Guerra mondiale. Già nel 2006 Reagan guidava la classifica dei migliori, ma a otto anni di distanza il suo prestigio è aumentato dal 28 al 35%.

Il migliore dopo Ronald Reagan è considerato Bill Clinton (con la metà degli apprezzamenti), il presidente travolto dallo scandalo Lewinsky; a dimostrazione che alla gente, in fondo, le morbosità sessuali sui cui magistrati, giornalisti e moralisti costruiscono le loro carriere, interessano poco. Inoltre il dato spiega perché l’ipotesi della moglie Hillary prossima candidata alla Casa Bianca non sia del tutto campata in aria, potendo contare su un chiaro effetto popolarità del cognome. Su Obama il giudizio è netto anche se con qualche riserva: l’attuale inquilino della Casa Bianca, è considerato un politico onesto dal 48% degli americani, uno che cerca di occuparsi dei problemi della gente (51%), ma senza avere doti di leader (51%). In pratica, tanta buona volontà ma scarse capacità.

Fallimentare in economia (lo disapprova il 55%) e in politica estera (57%); fallimentare nel suo fiore all’occhiello, la sbandierata riforma sanitaria (Obamacare) osteggiata dal 58% degli americani. L’unico ambito su cui Obama viene “rimandato a settembre” è l’ambiente dove il 50% approva le sue politiche.

Ma ciò che inizia a preoccupare la Casa Bianca ed il Partito Democratico è che la maggiorparte degli americani (48% contro 35%) pensa che se nel 2012 avesse vinto il rivale di Obama, il conservatore Mitt Romney, l’America starebbe meglio.

Questo dato imbarazzante per Obama, conferma però un’opinione già diffusa: nel 2013, un sondaggio condotto dal Washington Post e da Abc, dimostrava che a un anno dalla sua rielezione, gli americani rimpiangevano di averlo votato e si pentivano di non aver votato Romney. In quel sondaggio, in appena 12 mesi, Obama aveva perduto forti consensi proprio tra i segmenti sociali che lo avevano fatto vincere: donne, giovani (18-39 anni), cittadini non laureati, redditi inferiori ai 50.000 dollari l’anno, atei ed elettori storici di sinistra (tra questi ultimi addirittura il 20% avrebbe rivotato per la destra).

Il rimpianto e il pentimento non sono categorie della politica ma condizionano le scelte future. Di questo sono preoccupati gli strateghi del Partito Democratico: il famoso “effetto Obama” con cui la sinistra americana ed europea pensava di cambiare la storia, ora rischia di essere il classico boomerang alle prossime presidenziali. Una lezione anche per quelli che in Italia oggi si credono imbattibili.

(il Giornale)