giovedì 28 febbraio 2013

Capitale & Lavoro. Davide Giacalone

Finita la stagione delle promesse elettorali si apre quella dei lenti passaggi istituzionali. Con ogni probabilità farà prima il conclave a eleggere un nuovo papa che l’Italia ad avere un nuovo governo. Ora che le urne sono state svuotate si devono fare i conti con il sistema produttivo, che si sta svuotando. Ora che non serve più propagandare la cancellazione dell’Imu sulla prima casa e la restituzione di quella già pagata, possiamo permetterci di dire una cosa banale: è stata trattata come una tesi demagogica ed eccessiva, in realtà è assai meno di quel che serve. Chi non ci crede rifletta sui dati che seguono.

Unimpresa, associazione di piccole e medie imprese, non divise fra terziario, manifatturiero o agricolo e comprendente anche società cooperative (81.900 iscritti, 60 sedi territoriali), ha svolto una ricerca presso i propri associati e ne ha ricavato che il 63% delle aziende si sono indebitate per pagare le tasse. Fra queste l’Imu, che ha sottratto alle aziende 6,3 miliardi, di cui circa 4 presi in prestito. Un dato impressionante, che resterebbe tale anche se fosse pari alla metà. Le conseguenze sono drammatiche, perché le imprese che s’indebitano per onorare il fisco o rinunciano a investire in innovazione e sviluppo, quindi a scommettere sul futuro, oppure sono costrette a ulteriore indebitamente che però, a quel punto, diminuendo gli attivi patrimoniali e l’affidabilità, sarà concesso (ammesso che venga concesso) a tassi più alti. Il fisco, insomma, è divenuto arma di distruzione di cassa. Preludio alla distruzione del sistema produttivo.

Altro che Imu sulla prima casa! Qui si devono cancellare anche le patrimoniali sull’attività produttiva, perché fin quando si fa coesistere la crisi dei mercati con il prelievo sul patrimonio immobiliare (Imu) e sul patrimonio del lavoro (Irap) non solo si spingono le aziende al fallimento, ma si suggerisce all’imprenditore d’essere saggio e chiudere i battenti prima di arrivare alla canna del gas. E’ vero che in questo modo aumenta la disoccupazione e precipita ancor di più il pil, ma se a questi problemi non pone attenzione lo Stato perché mai dovrebbe sentirsene responsabile l’impresa, che in un sistema sano punta al profitto, mica a finanziare la spesa pubblica dissennata.

Lo Stato, del resto, non si limita a osservare lo scempio, ma vi partecipa con sadico entusiasmo: se un’azienda vanta crediti nei confronti della mano pubblica, in una qualsiasi delle sue infinite articolazioni, se ha fatture inevase, sulle quali già pagò l’iva (quella per cassa è arrivata dopo), e, per disgrazia, non dovesse avere liquidi per pagare l’Inps, o l’Imu, o l’Irap, o la tassa sulla spazzatura, o una qualsiasi di queste sottrazioni di ricchezza, automaticamente le viene contestata evasione e, da quel momento, lo Stato cessa di pagare i propri debiti. E siccome sei evasore proprio perché lo Stato non ti paga, quindi non hai i soldi per pagarlo a tua volta, è evidente che tale meccanismo serve a mettere i genitali nel frullatore e azionarlo con voluttà.

Un sistema fiscale che tassa le imprese a prescindere dal profitto, togliendo risorse agli investimenti, ha deciso di suicidarsi. La forza del nostro sistema produttivo, che ancora ci tiene fra le grandi potenze economiche, non illuda circa la possibilità di continuare con questo andazzo. Molti si convinsero che il conflitto fosse tra capitale e lavoro, sbagliando. S’avvedano, che il conflitto è fra produzione e tassazione. Capitale (sano) e lavoro (vero) sono alleati.
Pubblicato da Libero

sabato 23 febbraio 2013

Il fallimento del neo-centrismo. Arturo Diaconale

sabato 23 febbraio 2013
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L'Opinione - I sondaggi elettorali, sconosciuti per legge agli italiani ma perfettamente noti agli operatori dei mercati finanziari, fanno scendere le borse e salire lo spread. Perché rivelano ciò che gli italiani più accorti sanno anche senza il supporto del lavoro dei sondaggisti. Cioè che il voto di domenica servirà solo a produrre l'ingovernabilità del paese. Di qui la sfiducia dei mercati e la preoccupazione dei cittadini per un futuro, non lontano ma fin troppo prossimo, che si presenta segnato dalla facile previsione che il peggio della crisi non è alla spalle ma è ancora tutto da scoprire.
L'ipotesi di dare stabilità al paese attraverso un nuovo governo di centro sinistra che è stata la stella polare seguita con testarda tenacia da Giorgio Napolitano, da Mario Monti e da Pierluigi Bersani fin dal momento della caduta dell'esecutivo di Silvio Berlusconi e della nascita del governo tecnico, si è dissolta come neve al sole. Può essere che il Pd e Sel conquistino la maggioranza alla Camera ma è sicuro che non riusciranno ad ottenere un analogo successo al Senato.
Ed è sempre più probabile che la lista civica dell'attuale presidente del Consiglio non riuscirà ad ottenere il numero di seggi a Palazzo Madama necessario ad assicurare una maggioranza non precaria all'alleanza tra la Smacchiatore di giaguari ed il Professore imbalsamato. Colpa di Monti e della sua dilettantesca campagna elettorale? Colpa di Napolitano e della sua pretesta di imporre il ritorno allo schema politico della Prima Repubblica? Colpa di Casini e di D'Alema, che su questa pretesa del Quirinale hanno impostato la loro unica strategia politica? È troppo presto per la ricerca delle responsabilità. Per il momento basta prendere atto del fallimento del disegno teso a far saltare il bipolarismo della Prima Repubblica per realizzare il ritorno alle tradizionali alleanze della Prima Repubblica. E registrare, prima ancora della certificazione definitiva dei dati elettorali, che tutto il complesso lavoro fatto per mandare al macero il bipolarismo ha prodotto la nascita del fenomeno dell'antipolitica come primo fattore innovativo di una Terza Repubblica tutta ancora da inventare.

Chi ragiona sempre sulla base dei vecchi schemi prevede ora che, svanita l'ipotesi del centro sinistra Monti-Bersani, le uniche possibilità di dare un governo al paese passino attraverso la formula della grande coalizione o quella dell'alleanza di sinistra tra Bersani, Ingroia e Grillo. Ma, a parte le difficoltà fin troppo evidenti di dare vita alla prima come alla seconda formula, chi ragiona con questo schema non tiene conto che il nuovo Parlamento sarà caratterizzato da un lato dalla massima concentrazione dei tradizionali professionisti della politica (i beneficati del Porcellum) e dall'altro dalla più incredibile ed inaspettata rappresentanza dei dilettanti della vita pubblica. Il nuovo Parlamento, in altri termini, sarà segnato da una spaccatura di natura antropologica mai registrata nella storia repubblicana.

Da una parte figureranno tutti quelli che fanno politica per professione da sempre e dall'altra quelli che come unica esperienza politica hanno alle spalle i comitati No-Tav , i centri sociali o qualche altra esperienza di sola e semplice protesta. Bersani ed i suoi dirigenti sono convinti di aver facile gioco nel dividere, frantumare ed in definitiva gestire questa massa di dilettanti allo sbaraglio mandati in Parlamento da Grillo e dalla rabbia popolare. Ma s'illudono se pensano che un paese in crisi profonda possa essere governato in maniera continua e stabile con qualche Scilipoti alla rovescia. Per cui è bene incominciare a pensare fin da ora alle prossime elezioni. Ed alla necessità di una grande riforma. Non solo della legge elettorale ma soprattutto dei partiti tradizionali.

sabato 16 febbraio 2013

Intervista al prof. Nicola Scafetta, Duke University. Il sole artefice principale del clima. Corrado Fronte

Intervista al prof. Nicola Scafetta, Duke Univerity. Il sole artefice principale del clima
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Scritto da Corrado Fronte
venerdì 15 febbraio 2013
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Il prof. Nicola Scafetta è uno scienziato ricercatore affiliato presso Duke University e presso l’Active Cavity Radiometer Solar Irradiance Monitor Lab, associato al Jet Propulsion Laboratory della Nasa, California (1). Afferma che almeno il 60% del riscaldamento terrestre osservato dal 1970 ad oggi è dovuto a cicli naturali presenti nel sistema solare. Per il prossimo futuro prevede una stabilizzazione del clima o addirittura un raffreddamento fino al 2030-2040. Le sue teorie si scontrano con quelle che prevedono un continuo ulteriore innalzamento della temperatura a causa del’ anidride carbonica (CO2, detta anche biossido di carbonio) generata dall’attività umana. Ne abbiamo dato una più dettagliata descrizione in un precedente articolo (2). Grazie ad Internet abbiamo raggiunto alla Duke University il prof. Nicola Scafetta e gli abbiamo posto alcune domante per i lettori de “Il Legno Storto”, anche in relazione ad articoli e studi sull’argomento precedentemente pubblicati. 1. Prof. Scafetta, c’è una preoccupazione generale sugli effetti negativi che l’attività umana può portare all’ambiente. Quali sono i comportamenti che l’umanità dovrebbe adottare per una crescita sostenibile?
Dovrebbe essere responsabile. Questo implica che deve sapere pragmaticamente distinguere tra cose che possono danneggiare per davvero l’ambiente e cose che non lo danneggiano. E dovrebbe considerare le varie opzioni che sono disponibili. Il CO2 , ad esempio, non è un veleno per l’uomo o per l’ambiente, ma è cibo per le piante che crescono respirando CO2 dall’atmosfera. Con l’acqua e l’ossigeno il CO2 è il principale ingrediente della vita. Detto in parole povere, senza CO2 nell’atmosfera il cibo non esisterebbe.
2. La posizione dalla scienza ufficiale indica nel riscaldamento globale uno dei principali pericoli per l’intero pianeta; fonti autorevoli indicano in 2 gradi il massimo aumento sopportabile. Lei cosa ne pensa?
Direi che un riscaldamento globale fino ad un massimo di 2 gradi per la fine del 2100 non dovrebbe causare grossi danni. I miei modelli prevedono un riscaldamento di circa 1 grado per 2100. L’umanità può adattarsi ai cambi climatici e un riscaldamento di 1-2 gradi è di gran lunga meno pericoloso di un raffreddamento di uguale dimensione. E ci si può adattare senza troppi problemi. Di certo è più economico adattarsi a questi cambiamenti che cercare di fermarli bloccando l’industrializzazione e lo sviluppo economico dell’umanità.
3. Cosa sta succedendo ai ghiacciai? Perché continuano a ritirarsi?
I ghiacciai si sono ritirati negli ultimi decenni perché c’è stato un riscaldamento globale. Tuttavia i ghiacciai si sono ritirati e riformati numerose volte nel passato perché il clima è anche caratterizzato dai fenomeni ciclici.
4. Si sostiene che anche il mare si stia riscaldando, compromettendo l’equilibrio della vita marina e la sopravvivenza di molte specie.
Alcuni hanno affermato ciò, tuttavia credo che i cambi climatici siano stati così modesti (meno di 1 grado in 100 anni) che è difficile credere che i danni più seri all’equilibrio della vita marina siano derivati dal riscaldamento globale. Inquinamento chimico e pesca selvaggia sono molto più pericolosi per l’equilibrio della vita marina.
5. Se il riscaldamento continuasse il mare potrebbe sommergerebbe vaste zone costiere e molte isole?
Alcuni hanno affermato ciò. Tuttavia i dati storici predirebbero un aumento del livello del mare di 20-30 cm al massimo per il 2100. Ci si può adattare senza troppi problemi.
6. Si insiste molto sulla responsabilità dell’uomo nel provocare il riscaldamento con l’emissione di anidride carbonica (CO2 ) che provocherebbe il cosiddetto “effetto serra”. In parole povere di cosa si tratta?
L’anidride carbonica è un gas serra, che, per cosi dire, trattiene parte del calore emanato dalla superfice e dovrebbe causarne un riscaldamento. Tuttavia, molti non sanno che c’è una enorme incertezza sul riscaldamento che l’anidride carbonica può causare. Ci sono degli studi basati su osservazioni dirette che suggerirebbero che il raddoppio di CO2 può causare circa 1 grado di riscaldamento, che è relativamente poco. Coloro che ritengono che l’ anidride carbonica sia particolarmente pericolosa lo dicono basandosi su modelli teorici che predicono un riscaldamento di circa 3 gradi per un raddoppio di anidride carbonica nell’atmosfera.
7. Quale peso hanno le emissioni umane di CO2 rispetto a quella già presente in natura?
È difficile saperlo con certezza perché il CO2 è continuamente in circolo e ci sono scambi con l’oceano e le piante etc. È ragionevole pensare che una parte consistente dell’aumento del CO2 atmosferico degli ultimi decenni sia stato causato dall’uomo. Tuttavia, come detto sopra, i dati suggerirebbero una sensibilità climatica di circa 1 grado per il raddoppio dell’ anidrite carbonica. Credo che il contributo umano al riscaldamento osservato durante il 20° secolo non sia trascurabile ma è di certo molto minore di quello che molti hanno reclamato.
8. Eppure sulle emissioni antropiche di CO2 si è generato un grande allarme che ha portato a drastici programmi di riduzione delle emissioni.
L’allarme è stato basato su proiezioni teoriche basate su modelli al computer che i miei studi hanno dimostrato essere inefficienti nell’interpretare correttamente i cicli naturali e quindi il clima. Ad esempio, negli ultimi 15 anni non si è osservato nessun riscaldamento globale, anzi un leggero raffreddamento nonostante il fatto che il CO2 atmosferico sia aumentato considerevolmente. I modelli non hanno predetto questo leggero raffreddamento ma un riscaldamento di circa 2 gradi per secolo. E’ evidente che i modelli hanno sovrastimato l’effetto del CO2 e stanno ignorando qualche altro meccanismo climatico.
9. Cosa pensa dei risultati della conferenza di Doha sul clima, svoltasi lo scorso dicembre?
Non potevano che essere vaghi perché questi signori, anche se non lo dicono, sanno bene che la scienza su cui si basa la teoria del riscaldamento antropogenico è vaga.
10. Quale è la storia della temperatura terrestre nelle ere geologiche passate, e quale spiegazione, o insegnamento ne viene tratto?
La temperatura terrestre nelle ere geologiche passate è caratterizzata da diverse oscillazioni causate da cambiamenti orbitali della terra.
11. Alcuni dicono che la terra continua a riscaldarsi, altri che è iniziato un periodo di raffreddamento. Quale è la verità?
Dipende dal tempo i riferimento. La temperatura ora è più alta di quanto fosse 100, 200 o 300 anni fa. Durante il Medioevo molti dati suggeriscono temperature più alte delle attuali in diverse regioni del mondo. Durante gli ultimi 10-15 anni non si è osservato nessun riscaldamento significativo. Essenzialmente ci sono numerosi cicli naturali a diverse scale temporali. Per il prossimo futuro è ragionevole prevedere una stabilizzazione del clima o addirittura un raffreddamento fino al 2030-2040. a causa di un ciclo naturale di circa 60 anni che ha iniziato la sua fase discendente intorno al 2000.
12. Quali sono le cause naturali che generano i cambiamenti climatici?
Credo che i meccanismi principali siano solari ed in forma minore lunari. Fattori astronomici modulano la formazione delle nuvole ed insieme alle maree attivano particolari circolazioni marine. Nuvole e cicli oceanici causano cambiamenti climatici alla superficie. I modelli climatici usati fino ad ora ignorano questi meccanismi e non riescono a rappresentare nessuna delle oscillazioni climatiche presenti nei dati, come ho dimostrato nei miei studi.
13. In un recente studio lei mette in relazione il clima terrestre col movimento dei pianeti. In parole semplici, di cosa si tratta?
I pianeti girano intorno al sole e causano nel sole delle oscillazioni gravitazionali che inducono l’attività solare ad oscillare. Poi il sole oscillante causa oscillazioni sincronizzate nel clima. I miei conti mi hanno portato a concludere che almeno il 60% del riscaldamento terrestre osservato dal 1970 ad oggi è dovuto a cicli naturali presenti nel sistema solare, come un grande ciclo di 60 anni causato dalle maree di Giove e Saturno sul sole.
14. Tuttavia molti argomentano che i pianeti sono troppo lontani dal Sole e dalla Terra per avere un effetto osservabile sul clima e l’accusano di astrologia. Come risponde a questa obbiezione?
E’ vero che le forze mareali dei pianeti sul sole sono estremamente deboli. Tuttavia la critica si basa sul presupposto che il sole non possa amplificare la piccola perturbazione gravitazionale. Al contrario, il sole è una sorgente di energia e come tale può funzionare come un amplificatore di deboli perturbazioni gravitazionali. Nei miei lavori propongo una teoria fisica che spiegherebbe questa amplificazione nucleare di perturbazioni gravitazionali che avverrebbe nel sole. Se la teoria è corretta, le forze mareali sono sufficientemente forti da modulare l’attività solare attraverso l’amplificazione interna. Altri meccanismi incogniti sono ovviamente possibili. Ma ci sono forti evidenze empiriche che i pianeti stanno modulando in qualche modo l’attività solare, come anche un recente commentario su Nature ha evidenziato.
15. I nostri lettori conoscono gli studi di Abibullo Abdussamatof (3) , il quale afferma che il clima dipende dalle variazioni dell’Irradiazione Solare Totale (TSI), ed individua cicli climatici di 200 anni durante i quali la temperatura terrestre oscillerebbe tra un massimo, che avremmo appena raggiunto, ed un minimo verso il quale ci staremmo incamminando e che si manifesterebbe con una prossima glaciazione . In che modo questo si collega alla sua teoria?
Secondo me, la teoria di Abdussamatof è un po’ troppo generica. Ci sono dei cicli ma sono numerosi e la sensibilità climatica a questi cicli va calcolata precisamente, cosa che Abdussamatof non fa. Personalmente non credo che ci stiamo incamminando in pochi decenni verso una nuova glaciazione come la intende Abdussamatof sul tipo della Piccola Era Glaciale del 1700. Credo che la temperatura potrebbe al massimo scendere moderatamente per 20 anni e poi risalire.
16. Secondo Ivanka Charvàtova (4) il movimento di rivoluzione dei pianeti attorno al Sole genererebbe dei campi gravitazionali variabili, collegabili ai cicli delle macchie solari ed al clima terrestre. Come si rapporta questa rappresentazione alla sua teoria?
Gli studi di Charvàtova sono interessanti. Ci sono delle somiglianze con i miei a ed alcuni miei risultati hanno confermato i risultati di Charvàtova. Una differenza è che sto cercando di fare conti con grande precisione e di trovare dei meccanismi fisici.
17. Nir Shaviv e Jean Veizer spostano l’attenzione all’intera galassia ed ai raggi cosmici che colpiscono la Terra con intensità variabile, influendo sulla formazione delle nuvole e quindi sul clima, e generano le grandi glaciazioni che si sono succedute nelle lontane ere geologiche ad oggi, in questo in sintonia con Henry Svensmark e Jasper Kirby (5) . Lei cosa ne pensa?
Sono teorie interessanti e probabilmente corrette, almeno in parte. Credo che nel prossimo futuro queste teorie si svilupperanno.
18. Secondo Richard Lindzen(6) i modelli GCM sbagliano perché postulano che l’effetto dell’aumento della CO2 venga amplificato da una maggior evaporazione di vapore acqueo (feedback positivo) il quale a sua volta amplificherebbe l’effetto serra con esiti catastrofici. Lindzen al contrario sostiene che prevale un feedback negativo che attenua l’effetto serra. Quale è il suo parere?
Credo che Lindzen abbia ragione perché i suoi studi si basano su misure di dati che contraddicono le previsioni dei modelli al computer, un po’ come i miei studi.
19. Michael Mann (7) passerà alla storia per il suo grafico a mazza da hockey, dal quale preconizzava un imminente aumento incontrollato e disastroso della temperatura terrestre a causa delle emissioni antropogeniche di CO2. Cosa ne pensa?
Hockey stick del 1999 di Mann non è più credibile, anche Mann lo ha rigettato nel 2008. Penso che abbia contribuito non poco alla confusione su questo argomento. Oggi si ritiene che il clima si caratterizzato da grandi cicli millenari con punte calde durante il periodo romano, il periodo medioevale e il periodo corrente.
20. Alcuni scienziati non allineati con le teorie del riscaldamento globale antropogenico (ad esempio Richard Lindzen e Ivanka Charvatova) dicono di incontrare ostilità e difficoltà nella pubblicazione dei loro studi. Lei ha avuto esperienze di questo tipo?
Ovviamente. C’è una forte opposizione che direi ideologica piuttosto che scientifica. Le teorie scientifiche dovrebbero essere valutate oggettivamente con rigore scientifico, non sulla base di semplici pregiudizi ideologici, politici o economici. Tuttavia, se le mie teorie sono corrette, cioè se il clima è in gran parte regolamentato da cicli astronomici prevedibili, può essere possibile prevedere i cambi climatici per i prossimi decenni con una maggiore precisione, il che è tutto a vantaggio dell’umanità. Al momento i miei modelli sono in accordo con i dati mentre i modelli dell’IPCC basati sulla teoria del riscaldamento antropogenico hanno fallito le previsione sin dal 2000 come si vede, ad esempio, nella figura esposta, che riproduce il mio modello:
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Astronomical Climate model forecast vs. IPCC (1)

La figura rappresenta la temperatura superficiale terrestre (HardCRUT3): la curva rossa rappresenta le temperature terrestri originali pubblicate nel documento JASTP2012b e la curva blu rappresenta la temperatura superficiale terrestre aggiornata con i dati mensili più recenti disponibili. La curva nera all’interno dell’area turchese, rappresenta la previsione completa del modello armonico dal 2000. Quest’ultima è chiaramente migliore della previsione dei modelli IPCC (General Circulation Models) che si collocano nell’area verde. La curva gialla rappresenta la sola componente armonica, al netto del contributo antropogenico.
Nicola Scafetta, si è laureato a Pisa in fisica e ha conseguito il PhD all’University of North Texas nel 2001 in fisica statistica e sistemi complessi. Dal 2002 lavora nel dipartimento di fisica della Duke University (U.S.A.). E’ co-investigator dell’Active Cavity Radiometer (solar) Irradiance Monitor (ACRIM) associato al Jet Propulsion Laboratory della NASA, ed e stato adjunt faculty nel dipartimento di anestesiologia alla Duke University, e visiting professor all’University of North Carolina a Chapel Hill ed altre univesita’. Ha pubblicato piu’ di 60 articoli in riviste scientifiche e due libri dedicati all’analisi dei sistemi complessi (“Disrupted Networks: from physics to climate change" e "Fractal and Diffusion Entropy Analysis of Time Series"). Ha inoltre organizzato diverse sessioni congressuali dedicate all'attività solare e agli effetti solari sul clima per l’American Geophysical Society.

L'Università Duke (Duke University) è una delle università più famose e più prestigiose degli Stati Uniti. Fondata nel 1838, è situata a Durham, nella Carolina del Nord. Il nome venne cambiato nel 1924 a seguito di un lascito della famiglia di industriali del tabacco Duke. Tra le scuole che costituiscono l'università, vi sono il Trinity College, la Edmund T. Pratt School of Engineering, il Terry Sanford Institute of Public Policy, la Fuqua School of Business, la Duke Medical School, la Duke Law School, e la Duke Divinity School. La crescita dell'università e l'entità dei fondi destinati alla ricerca hanno contribuito a confermare la reputazione in abito accademico dell'università Duke. L'università ha regolarmente inviato squadre costituite da tre membri al William Lowell Putnam Mathematical Competition, guadagnando il titolo di migliore squadra tra tutte le università americane e canadesi negli anni 1993, 1996, e 2000. Dal 1996 al 2007, la squadra di Duke si è classificata nei Top Cinque 10 volte, solo Harvard ha fatto meglio nello stesso periodo (11 volte).



giovedì 14 febbraio 2013

Minzolini assolto dall'accusa di peculato perchè il fatto "non costituisce reato"

Minzolini assolto dall'accusa di peculato perchè il fatto "non costituisce reato" Assoluzione con formula piena per l'ex direttore del TG1 Augusto Minzolini che esce così "senza macchia" dal processo che lo vedeva accusato di aver usato "con troppa leggerezza" le carte di credito della RAI durante il suo mandato alla guida del Telegiornale di Rai Uno, dal 2009 al 2011.

L'ex direttore fu rinviato a giudizio, nel 2011 con l'accusa di avere superato, in 14 mesi, il budget di oltre 65 mila euro a sua disposizione anche se Minzolini ha restituito tutta la somma alla RAI.

Il fatto, per cui l'ex direttore del TG1 è stato processato "non costituisce reato", questo il dispositivo del Tribunale si Roma che ha assolto, in primo grado, Minzolini non accogliendo le richieste formulate del pubblico ministero, Mario Dovinola, che aveva invocato per il giornalista, una condanna a due anni. Minzolini, dopo aver dichiarato che nell'ultimo anno e mezzo ha vissuto la sua "via crucis", ora ha intenzione di chiedere alla RAI il reintegro al timone del Telegiornale della rete ammiraglia della RAI.
Minzolini, nel frattempo, è salito sul carro del PdL, visto che è anche un nuovo candidato del Partito entrato nella competizione politica come capolista per il Senato in Liguria. (Teleborsa)