sabato 4 febbraio 2012

Abbasso l'operaio, viva Castelli! Pietro Maggi

Non ho l’abitudine di guardare Santoro, in qualsiasi programma o palinsesto o media si trovi. Ma, purtroppo, delle volte quello che succede nei suoi programmi diventa la “notizia” e quindi ho guardato l’immondo filmato in cui un operaio sardo, protetto dal suo essere “giusto” a prescindere in quanto vittima autonominata, ha pensato bene che fosse normale, civile, maturo mandare a quel paese un altro cristiano (leghista, ex-ministro, non certo da me stimato, ma non fa differenza).
Non solo: lo stesso figuro l’ho rivisto da Lucia Annunziata. In uno studio televisivo, quindi, e non in Sardegna fuori da una fabbrica o miniera. E di domenica nel primo pomeriggio. Il simpatico era travestito da OperaioIncazzato. Travestito, con tanto di tuta, elmetto e bandiera sarda sotto l’elmetto. Immagino sia arrivato in studio vestito come una persona normale e  avesse gli abiti di scena in valigia. E lo stesso figuro ha detto di essere incazzato perchè è da tre anni in cassa integrazione. Ah! Lui è incazzato? In pratica lo Stato (i contribuenti, quindi anche io) paghiamo una somma mensile perchè possa mantenere un posto di lavoro che non esiste più. Non c’è! Sarà colpa delle multinazionali, di Monti, di Berlusconi, dell’Atalanta, di Pippo Baudo, ma non c’è più.
Questo figuro è l’emblema dell’Italia da lasciarci alle spalle: pauperista, invidiosa e livorosa verso chi sta meglio ma senza fare nulla per migliorarsi (chessò: in tre anni di nullafacenza parzialmente retribuita, fare un corso di perfezionamento? cercare altro lavoro altrove?), vittimista, sempre pronta a dipingere l’altro come il cattivo e se stesso come l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Castelli non è un mio idolo, ma questo figuro è la mia nemesi. (The FrontPage)

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