lunedì 8 settembre 2008

Con Fannie e Freddie l'Alitalia non c'entra. Alberto Bisin

Ieri è stato annunciato il piano delle autorità finanziarie statunitensi per portare sotto il controllo del governo federale due importanti società finanziarie, conosciute come Fannie Mae e Freddie Mac. Il piano configura un intervento senza precedenti per dimensione e rilevanza. Queste società infatti posseggono o garantiscono quasi metà del mercato dei mutui negli Stati Uniti, un enorme mercato di circa 12 bilioni di dollari. Si stima che l’operazione costerà ai contribuenti alcune decine di miliardi di dollari.

Anticipando l’intervendo del governo degli Stati Uniti, nei giorni scorsi molti commentatori in Italia non hanno lesinato commenti del tipo: mentre gli Stati Uniti, patria del liberismo, salvano dal fallimento Fannie Mae e Freddie Mac, in Italia ci si lamenta per il salvataggio di Alitalia. Oppure: il libero mercato è insostenibile, prova ne sia che anche gli Stati Uniti... e via di seguito.

Il parallelo tra il salvataggio di Fannie Mae e Freddie Mac e quello di Alitalia, per quanto forse superficialmente naturale, è a ben vedere inconsistente.
Più in generale, la crisi di Fannie Mae e Freddie Mac non adduce certo munizioni ai paladini dell’intervento dello Stato nell’economia. Proviamo a fare chiarezza.

Prima di tutto, la crisi del mercato finanziario ed immobiliare negli Stati Uniti ha reso purtroppo inevitabile il salvataggio di Fannie Mae e Freddie Mac. Il loro fallimento avrebbe con ogni probabilità significato una riduzione dell’offerta di credito e un crollo dei valori immobiliari senza precedenti, con un associato grave inasprimento della recessione. In contrasto, Alitalia è fallita senza gravi ripercussioni macroeconomiche. Il governo italiano in effetti non ha operato alcun «salvataggio», ma ha piuttosto garantito ad una nuova compagnia privata condizioni di monopolio sulle rotte interne che sarebbero altrimenti state coperte da altre compagnie in condizioni di concorrenza.

Ma come si è arrivati alla crisi di Fannie Mae e Freddie Mac e di Alitalia? Qui sta l’unico possibile parallelo. Le perdite di Fannie Mae e Freddie Mac, come quelle di Alitalia, sono dovute alla protezione dalla concorrenza di mercato loro concessa dai rispettivi governi. La vicenda di Alitalia è tristemente nota: gestione il più possibile protetta dalla concorrenza, condizioni contrattuali sopra mercato per i dipendenti, e management dipendente dalla politica hanno significato continue ed ingenti perdite regolarmente socializzate.

Vale la pena di ripercorrere invece in qualche dettaglio quelle delle due società americane. Fannie Mae e Freddie Mac operavano fino a ieri come società private, quotate in Borsa. La loro origine è però pubblica. Fannie Mae è stata creata nel 1938 dal governo per rendere liquido il mercato secondario dei mutui. Ha operato in condizioni di monopolio fino alla fine degli Anni 60, quando è stata privatizzata e Freddie Mac è stata fondata dal Congresso per garantire una qualche forma di concorrenza nel mercato. Nonostante entrambe le società fossero private dagli Anni 70 in poi, la loro origine pubblica ha fatto sì che esse ricevessero notevoli vantaggi ed esenzioni fiscali, stimate in circa 6,5 miliardi di dollari l’anno. Ma soprattutto, l’origine pubblica delle due società ha fatto sì che esse godessero di una generalmente riconosciuta «implicita garanzia pubblica». Questa implicita garanzia si è manifestata nella loro capacità di indebitarsi ad interessi passivi vicini a quelli pagati dal governo federale americano sul debito pubblico; interessi quindi notevolmente inferiori a quelli pagati da qualunque altra società privata. Un esempio da manuale di quello che in Italia si chiama privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite.

Naturalmente, ogni società che operi in regime di socializzazione delle perdite tende a prendere rischi eccessivi e decisioni inefficienti purché avvantaggino l’azionariato di controllo e il management. Fannie Mae e Freddie Mac non sono eccezioni a questo proposito. Fino alla crisi dei mercati finanziari e immobiliari del 2007 (che non hanno saputo prevedere e che hanno sottovalutato), Fannie Mae e Freddie Mac si sono ingrandite indebitandosi enormemente, hanno arricchito un management fallimentare, hanno generosamente remunerato i propri azionisti, e hanno ripetutamente commesso falso in bilancio. Freddie Mac ha addirittura violato la legge sui finanziamento elettorale nel tentativo di guadagnarsi l’appoggio del Congresso.

Le vicende di Fannie Mae e Freddie Mac e di Alitalia dimostrano solo che società cui sia garantita la socializzazione delle perdite finiscono inevitabilmente per fare grosse perdite. Questo è vero negli Stati Uniti come in Italia. (la Stampa)

1 commento:

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