giovedì 23 luglio 2009

I rossi Kim. Davide Giacalone

Kim Il Sung, il Presidente Eterno. Kim Jong Il, il Caro Leader. Kim Jong Un, l’Intelligente Leader. E’ quel che resta di un osannato regime comunista, trasformato in monarchia militarista e psicopatica, dove al fondatore segue il figlio, che ancor prima di morire (non è mai troppo presto) designa successore il pargolo di secondo letto, mentre il primogenito continua indisturbato la sua vita fra casinò e gozzoviglie varie. Intanto, in attesa di trovare un barbiere degno di questo nome, il dittatore in carica prosegue la sua corsa verso la conquista dell’arma atomica.
Doveva essere, quello di questa famiglia rossa, il governo della parte buona, sana e progressista della Corea, la Repubblica Democratica Popolare, mentre l’altra, il sud, era consegnata alla corruzione della democrazia amerikana ed allo sfruttamento connaturato al capitalismo. Peccato che, oggi, i coreani del sud sono ricchi e felici, mentre quelli del nord trasformati in un gregge dolente e sterminato, soggetto alle mattane di una dinastia senza altra legittimità che l’uso della forza repressiva.
E’ andata meglio al Vietnam, che rimane una Repubblica Socialista ma s’è convertito alla globalizzazione ed è entrato a far parte dell’organizzazione che regola gli scambi internazionali, ristabilendo le relazioni con il mondo libero. Anche il Laos è rimasta una Repubblica Democratica Popolare, ma si è aperto al commercio ed al turismo (che in tutta l’area imperversa anche nella versione sessuale). La Cambogia, invece, è tornata ad essere, nel 1993, una monarchia parlamentare, dopo essersi liberata dalla dittatura dei Kmer Rossi.
Chi non è ancora sbarbato ricorda il nome di questi Paesi, e dei rispettivi capi militari e politici, regolarmente comunisti, quali bandiere agitate contro il militarismo occidentale, per la libertà e l’autodeterminazione dei popoli. Alla faccia! Perché non tornano, inflacciditi e sdrucidi, o arrampicati, integrati ed arricchiti, i giovani comunisti di allora e non ci spiegano come mai il loro sogno asiatico è un incubo a cielo aperto? Cos’è: non hanno applicato a dovere la ricetta comunista, o l’hanno presa troppo alla lettera?
Guardate i Kim coreani. Per la libertà e l’autodeterminazione dei popoli, nonché per la nostra sicurezza, si dovrebbe farli fuori. Oggi, come ieri.

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