venerdì 29 aprile 2011

Due pesi, due misure. Caino Mediatico

Mi tocca tornare su Napoli. Per una ragione spiacevole. Il consigliere regionale campano Corrado Gabriele, ex Pci, ex Rifondazione Comunista e attualmente nel Pd, già assessore, è stato condannato a 4 anni e 3 mesi di reclusione per presunti abusi sulle figlie della sua compagna. Il consigliere si è autosospeso dal Pd. Non lo conosco e non lo voglio attaccare per responsabilità che sono eventualmente solo personali. E’ un fatto bruttissimo e spero, per lui come per tutti, che possa scagionarsi in successivi appelli. Né intendo speculare sul fatto che il suo avvocato difensore Marinella De Nigris, che mi dicono ottima professionista di chiara fama, sia una delle supporter più accese di De Magistris.
Però… Eh sì, un paio di cose le vorrei spiegate. Come mai su questo consigliere non si è esercitato con tanta intensità come su altri il ruolo di watchdog della stampa, locale e nazionale ? Come mai non stava costantemente nel repertorio dei Santoro, dei Travaglio, dei Telese (che proprio ieri sul suo blog sfotteva Paniz perchè avvocato di una specie di Lande del Nord)? Come mai nessuno dei responsabili del Pd – Amendola, il segretario regionale, Orlando, il commissario, Bassolino o altri – ne hanno mai chiesto le dimissioni? Perché non hanno attuato quella pulizia etnica che oggi pretendono da ogni singola lista che sostiene Lettieri? Corrado Gabriele alle ultime elezioni regionali ha raccolto 10.000 preferenze, forse è per questo che non valeva la pena parlarne? O perchè nella sua carriera ha forse fatto anche delle buone cose.
A volte ci si è dovuti difendere da accuse ingiuste, come è avvenuto per Bassolino, ma sempre senza alcun dubbio di interessi personali. Continuo a difendere quelli che si difendono. Ma perché quelli che vogliono ridurre Lettieri a Cosentino, non si sono occupati di un loro consigliere già eletto, indagato di accuse così gravi? Sapevano già prima delle accuse a suo carico e lo hanno candidato ugualmente? Se sì, forse hanno valutato che non c’era base, che non era giusto condannarlo prima di un tribunale: allora hanno fatto bene. Ma dovrebbero smetterla di impancarsi e applicare due pesi e due misure: da un lato la presunzione di innocenza, dall’altro quella di colpevolezza. Curiosamente oggi la Repubblica.it, dopo la condanna, parla ancora di “presunte molestie”. Garantista come sempre!
Orlando, Amendola, Morcone, tutti dovrebbero applicare agli altri la stessa misura che applicano a sé stessi e rifiutare qualunque omologazione di Gabriele Corrado e delle sue eventuali (noi garantisti diciamo così fino alla fine) colpe a tutto il partito, alle liste o allo schieramento. Per sé e per i rappresentanti dello schieramento opposto. Tanto più che finora sono stati tutti molto fortunati, perché il circo mediatico ha risparmiato a Corrado quello che non ha risparmiato a Nugnes o all’ex assessore Felice Laudadio, indagato e assolto, che loro hanno definito trasformista. Dovrebbero scusarsi per questo modo di procedere e rifletterci su. E’ l’occasione per riconsiderare quello che più volte abbiamo sostenuto: la politica dello scandalo, del doppiopesimo, colpisce la democrazia e la credibilità di chi la manipola . Non si fonda nessuna prospettiva seria su questo. Non utilizzerò aggettivi come vomitevole. Ma un po’ di nausea sì, e non per il condannato in prima istanza. (the Front Page)

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