venerdì 22 giugno 2012

22 giugno 2012

Ora, non vorrei dire. Ma quando ho visto Emma Bonino prendere la parola con quell’aria da maestrina sul tormentato-pensatrice che quasi sempre assume, quando ho sentito che esortava il Senato a votare per l’arresto di Lusi “senza entrare nel merito del problema” perché il problema non era di merito, quando le ho sentito affermare che, essendo contro la carcerazione preventiva di 27 mila (dei quali tutti si impipano) sentiva forte e coerente il dovere civile di farne 27 mila e uno, per poi concludere, dulcis in fundo, che non esisteva possibilità di scorgere alcun fumus persecutionis in qualcosa del cui merito non si era occupata lei, figurarsi quindi se dovevano occuparsene gli altri, be’, mi sono venute le ragadi.

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