martedì 19 febbraio 2008

Veltroni parte per la campagna elettorale in pullman fingendo di essere l'opposizione... Paolo Guzzanti

Quando il pullman di Veltroni ieri mattina si è mosso lentamente partendo dalla Bocca della Verità a Roma, un vecchio agit-prop dei tempi andati gli è corso dietro urlando: “Contrordine compagno, noi non siamo all’opposizione, siamo al governo!”. Troppo tardi. Il pullman non si è fermato, l’attivista si è accasciato esausto, e il candidato Uolter con i tappi nelle orecchie ha seguitato a correre verso il raccordo anulare dopo aver staccato i telefonini. Ma il vecchio compagno aveva ragione a gridare come ai tempi della famosa vignetta di Giovannino Guareschi: “contrordine compagni” la campagna elettorale di Veltroni è fondata su un equivoco. L’equivoco sta nel fatto che il segretario del Partito democratico non è all’opposizione, ma al governo. E che dunque, come vogliono le regole della democrazia, chi sta al governo e ne condivide politicamente ogni responsabilità deve difendersi e difendere, e non soltanto attaccare l’avversario.
Invece Veltroni lancia i suoi 12 punti che sono, lo notava ieri Fabrizio Cicchitto, l’esatto contrario di ciò che hanno sempre sostenuto non soltanto Prodi ma anche Ds e Margherita, cioè le forze del governo sostenuto da Veltroni. Insomma il nostro Uolter bara sapendo di barare quando bypassa Romano Prodi, omettendo pudicamente che proprio Prodi è il Presidente e non l’usciere del suo partito.
Ci troviamo insomma di fronte alla strategia del poker, anziché del politico di razza ed idealista: al giocatore di poker è consentito bluffare, cambia le carte che ha in mano, ingannare l’avversario per depredarlo. Un grande politico legato a un passato di cui è il figlio legittimo, prima di tutto deve difendere quel passato e spiegare perché sta dalla parte in cui sta, assumendosi per intero le responsabilità del governo che ha lealmente sostenuto. Invece Veltroni fa finta che il problema non esista e col suo pullman immagina di dirigersi verso l’Ohio e il Maryland, anziché verso l’Italia governata da Prodi e si comporta come se a Palazzo Chigi ci fosse già, o ci fosse ancora, Berlusconi. E purtroppo, poiché tutte le televisioni sono le sue, poiché i giornali dei veri poteri sono dalla sua parte, agli italiani viene fatta ingollare senza scrupoli la favola elettorale di un contendente nato ieri e che invece è politicamente vecchissimo ma che bara comportandosi come se rappresentasse l’opposizione mentre è corresponsabile del disastro con cui è stata messa in ginocchio l’Italia. (Rivoluzione Italiana)

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