venerdì 3 settembre 2010

Liberté, egalité, contratto in esseré. Christian Rocca

La comica campagna di coscienza "autorial-fiscale" contro le case editrici del Cav, condotta sul giornale il cui editore, il cui fondatore e le cui principali firme scrivono libri e incassano dalle case editrici del Cav, si arricchisce di un altro elemento mica male: il fomentatore della protesta, il teologo Vito Mancuso, oggi risponde ai suoi critici (quasi tutti big di Repubblica con contratto Mond.). "Cari amici, preferisco la giustizia" è il titolo. Mancuso spiega che "l'autore ha il dovere di chiedersi la correttezza etica della sua editrice e si deve chiedere a quali investimenti contribuisce con il profitto generato dalle vendite delle sue opere" (valesse la reciprocità, cioè se l'editore si chiedesse a quali investimenti contribuisce con gli anticipi accordati agli autori, vivremmo in un paese illiberale – ma provare a spiegarlo a quelli di Rep. è impossibile). Libertà e democrazia. Coscienza e principi prima di tutto, quindi. Prima di tutto tutto, però no. Prima ci sono gli anticipi da riscuotere: "Quando avrò concluso il volume per il quale ho un contratto in essere con la Mondadori – ha concluso il teologo – tirerò le conseguenze di tutto questo ragionamento". (Camillo blog)

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