martedì 25 maggio 2010

Sputtanopoli e il fantasma di Google. Il Foglio

Il fantasma di Google si aggira per l’Europa. I garanti della privacy di Italia, Francia, Germania, Spagna e altri paesi membri dell’Ue hanno messo nel mirino le immagini disponibili in “Street view”. “Non è accettabile che una compagnia che opera nell’Ue non rispetti le regole Ue”, ha detto la Commissaria alla Giustizia Viviane Reding. Tutto bene, anche se il bambino della privacy rischia di affogare nell’acqua sporca dell’isterismo. Ci chiediamo però: perché tanto rumore per Google, e tanto poco, per esempio, per le intercettazioni? Sono cose molto diverse, ma insieme non si tengono. Google almeno fa qualcosa per la privacy, come l’oscuramento dei volti e delle targhe degli autoveicoli su Street View. Molti dei dati che circolano sono stati immessi direttamente dai loro titolari: fino a che punto possiamo chiedere a Google di difenderci dalla nostra irresponsabilità? Altri dati ancora sono inseriti nella rete da utenti terzi: fino a che punto possiamo prendercela con Google?

Sono domande complesse, a cui non pretendiamo di rispondere. Sono domande, però, che lasciano aperto un ampio spiraglio al dubbio. Al contrario di Google, le intercettazioni non sono mai effettuate per volontà degli intercettati. La loro diffusione – spesso illecita – può causare un danno enorme, e permanente, a chi ne viene colpito senza costrutto per le indagini. La proposta di legge per limitarne la circolazione può non essere perfetta, ma non può essere chiamata un bavaglio. E’ un tentativo, migliorabile, di proteggere la privacy di persone incolpevoli (fino a prova a contraria), colpevoli solo di aver chiacchierato, magari improvvidamente. Molte intercettazioni non dovrebbero essere neppure fatte; una volta fatte, dovrebbero essere distrutte perché non contengono notizie di reato; se conservate, dovrebbero essere trattate con cautela. Lo hanno ricordato i liberali e moderati Piero Ostellino, Luca Ricolfi e Pierluigi Battista su Corriere e Stampa. La sensibilità anglosassone per la privacy ci contagia quando vediamo su Internet una foto di gente alla fermata del tram: perché non ci lasciamo contagiare dalla stessa indignazione di fronte allo sputtanamento telefonico di massa?

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