Se il presidente Riggio ha dichiarato che sapeva della situazione delicata da oltre un trimestre, non si capisce il perché non abbia ritirato la licenza o dato quella temporanea alla compagnia siciliana.Il presidente Riggio si è offeso.
La risposta dell’Enac sarebbe perfino divertente, se non fosse per tre piccoli particolari.
Primo: noi non diciamo che possedevamo informazioni riservate; ci limitiamo a osservare che, poiché l’Enac sostiene di essere stato al corrente della situazione almeno da marzo, è quanto meno curioso che non abbia preso alcun provvedimento se non “a babbo morto”.
Secondariamente, se l’Enac nonostante tutto ritiene di volersi avvalere delle nostre “capacità analitiche e predittive” che il presidente Riggio “apprezza da sempre” siamo naturalmente disponibili. Quando il paese chiama…
Terzo, forse al presidente Riggio sfugge la differenza tra i doveri di un ente di regolazione e quelli di un istituto di ricerca. Differenza che, in ogni caso, non sfugge a noi.
Infine, pur apprezzando da sempre lo humour del presidente Riggio, siamo lieti – da contribuenti prima ancora che da analisti – che all’occhio vigile dell’Enac non sfugga alcuna critica e non manchi il tempo di vergare una risposta puntuta e puntuale. C’è solo un piccolo problema, che solleviamo bonariamente e senza alcun intento polemico: l’occhio dell’Enac, così vigile sull’Istituto Bruno Leoni, non pareva altrettanto vigile quando Windjet è colata a picco a sua insaputa. Del resto, mica si può fare tutto. (Chicago blog)
Nessun commento:
Posta un commento