mercoledì 28 ottobre 2009

Certificato di fine corsa. Davide Giacalone

Il certificato medico è stata l’ultima offesa alle istituzioni. Un insulto agli elettori di sinistra, che votarono per Piero Marrazzo, un tentativo di truffa ai danni di quelli di centro destra, che vorrebbero votare il suo successore. Quel certificato medico segna la disfatta di ogni etica pubblica, allineando un leader politico, pur in difficoltà, al malcostume degli impiegati pubblici che s’ammalano, guarda un po’ i casi della vita, il venerdì o il lunedì.
Nel caso degli assenteisti, il certificato serve ad allungare il fine settimana, o le feste comandate, meglio ancora se si lega a qualche altro giorno rubato, approfittando di qualche altra legge (celebre quella che consente l’assistenza ai familiari, cui si pensa meno, se le altre vacanze sono lontane). Nel caso di Marrazzo, il certificato voleva servire ad allungare la legislatura regionale, finendo, invece, con il certificarne l’ingloriosa ed un po’ ridicola fine.
Come capita ai certificati ad uso vacanziero, il medico non accerta mai malattie riscontrabili con analisi cliniche. Se ho l’epatite, o il fegato sta bene, dipende dagli esami del sangue. Se ho i calcoli renali, o meno, si vede con le radiografie. I malati che contraggono la voglia, per motivi diversi, di non andare al lavoro, invece, si affidano a patologie non misurabili. Hanno male alla testa, la cervicale che fa i capricci, l’esaurimento nervoso o, come nel caso di Marrazzo, soffrono lo “stress”. Tutte condizioni che somigliano più alla lettura della mano che non a riscontri scientifici.
Chi è libero professionista (io lo sono) non ha il posto fisso e la sicurezza del reddito, sicché vive esposto a continue tensioni e, nella media, tende a lavorare il massimo di ore possibili, ogni giorno, si ammala meno. Non è che la tensione nervosa faccia bene alla salute, è che, statisticamente, in questa categoria sono scarsamente rappresentati quelli che restano a letto, od a guardar le nuvole, a causa dello stress. Sapete perché? Semplice: visto che il loro reddito dipende dalla quantità e qualità del lavoro svolto tendono a non autocommiserarsi e tirarsi su.
Con quel certificato, Marrazzo ha solo tentato di dare una copertura giuridica ad una situazione incresciosa, per cui, essendo certo che non tornerà mai a fare il presidente della regione, ha preteso di allungare i tempi mediante la sospensione. Una condotta deprecabile, a sua volta certificata dal reggente, Esterino Montino, che ancora ieri assicurava l’arrivo delle dimissioni, a novembre, non appena si sentirà meglio. Così è stato commesso un ulteriore errore, perché il mondo politico, che ha taciuto l’evidenza, non solo ha creato un alibi per tutti i fannulloni d’Italia, ma anche per tutti i medici certificatori della furbata.

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