lunedì 17 gennaio 2011

Quella in Tunisia non è stata una rivoluzione ma un colpo di stato. Marcello Inghilesi

Nel 1970, all’inizio del Ramadan, il Presidente tunisino, Habib Bourguiba, si presentò in televisione con un bicchiere di latte: “Chi vuole , si alimenti; Allah sa che per lavorare e vivere ci si deve alimentare; chi vuole faccia il digiuno coranico, totale durante il giorno; chi non ce la fa, si nutra quanto necessario, senza eccessi”; e bevve il bicchiere di latte. Bourguiba fu il Presidente che lottò e trattò con i francesi  per l’indipendenza tunisina , senza  che una  goccia di sangue fosse versata ( 1956). Mise in piedi uno stato moderno e laico, anche se… marginalmente  democratico.

Si dice che il generale  Ben Ali fosse ai vertice dei servizi segreti tunisini, quando Bourguiba lo chiamò al Governo (o gli fu consigliato di chiamarlo), a seguito di moti di piazza analoghi a quelli di questi giorni. Poco dopo Ben Ali chiese a Bourguiba di farsi da parte (aveva ormai 84 anni);  lo fece passare per demente, con tanto di certificato medico, firmato, tra l’altro, da due generali; lo mise in una villa a Monastir (dove morì a 97 anni); e prese il potere ( 1987). Ora Ben Ali è stato rovesciato; da chi?

I media dicono dalla rivoluzione dei “gelsomini”; la cosiddetta “sinistra” dice dal popolo. Possibile?  No. Si tendono a dimenticare alcuni piccoli fatti. Nel novembre 2009  alle elezioni Ben Ali prese 4.238.711 voti su 4.477.388 votanti ; dati falsi? Probabile , ma qualche tunisino, per ben cinque elezioni di fila dal 1989, Ben Ali lo ha votato; o no? e le elezioni stavano nell’immaginario collettivo tunisino o no? Non solo: in Tunisia ci sono una decina di Partiti rappresentati in Parlamento ( 214 deputati ); tutti commedianti , per 23 anni? C’è anche un sindacato dei lavoratori , la UGTT, che ora  è scesa in piazza; e prima ? Ben Ali “dittatore”, con un Parlamento, dieci partiti , milioni di voti e rappresentanze sindacali. 

Insomma è vero che c’è sempre una prima e forse unica volta, per fare una rivoluzione. Ma questa non pare proprio una rivoluzione; pare semplicemente un colpo di Stato contro un presidente eletto, non un “dittatore”. Qualche giorno fa , prima che ci fossero le manifestazioni di piazza, gli avvocati tunisini fecero sciopero, contro Ben Ali; attenzione, gli avvocati (non i diseredati ), cioè quelli che avevano votato in massa Ben Ali appena un anno prima.  Chi aveva detto loro che potevano farlo (o addirittura “dovevano” farlo),  senza scontrarsi  con un potere assoluto, come quello del presidente tunisino?

Il 14 gennaio  pomeriggio Ben Ali si è presentato alla televisione facendo grandi “concessioni” e promettendo che se ne sarebbe andato nel giro di tre anni (ripetendo un gesto che 25 anni prima aveva fatto anche Bourguiba). La mattina dopo con la gente in piazza , con tutti in piazza , guidati dal sindacato filo governativo  UGTT, Ben Ali decide di scappare: decide? O qualcuno è andato a trovarlo, dicendogli che era tempo delle valigie; come lui stesso aveva fatto con Bourguiba, 23 anni fa? 

Come allora,  probabilmente si sono mosse le forze armate tunisine; esse sembrano lealiste; non sembrano politicizzate e sembrano essere sempre state   fuori da giochi di potere sporchi. E allora perché lo fanno? Ci sono diverse possibilità , riassumibili in due  filoni di cause, non in contraddizione tra loro: il primo riconducibile a problemi di corruzione del potere oltre ogni limite di tolleranza ( e sembra che con Ben Ali e famiglia questo limite fosse stato passato ormai da tempo ); il secondo su spinta di forze alleate straniere (occidentali ? islamici ? ), con interessi assai complicati.

Quello che pare intollerabile è l’ipocrisia generale , che consente a tutti (media, partiti, intellettuali, opinionisti ) di scatenarsi addosso al leader tunisino, come sciacalli; fino a ieri  nessuno parlava del “dittatore”; oggi tutti gli sono addosso, tunisini e non. Ma non sarebbe meglio dire la verità? In Tunisia è stato fatto un colpo di Stato ( probabilmente a ragion veduta ); e ora? Ora dobbiamo preferire il ricordo del  laico Bourguiba , che ha strutturato la Tunisia in Paese civile; piuttosto che quello di  Komeini, che fu riportato in Iran da Air France al posto del deposto  (e anche lui scappato) sha in sha; e  che fece un governo con laici e liberali, per poi scaricarli , a volte ammazzarli e dare tutto in mano a sistemi di stato clerico-medioevali. Attenzione : il pericolo ci può essere non tanto nel popolo dei gelsomini, quanto in alcuni interessi  strategici  internazionali ; e siamo in pieno Mediterraneo, a pochi chilometri dalle coste italiane ed europee! (l'Occidentale)

1 commento:

ezio della torre ha detto...

La "furbata" tunisina è svelata. Come accade,però,agli apprendisti stregoni,il risultato è un pò dievrso ad quello "voluto".L'unione,risultata impossibile,per i popoli arabi inegssati nella legge coranica,appare di "fatto" realizzata,perchè intenti,e motivazioni,per la discesa in piazza sono gli stessi in tutta l'Africa settentrionale. Vedremo cosa non farà l'Europa, e cosa,invece,farà l'America,la cui cultura ha fornito lo strumento di base . il sistema di comunicazione.
A 80 anni continuo (e questo metterebbe in dubbio la mai supposta sanità mentale)ad avere fiducia nel futuro e negli uomini.