martedì 23 luglio 2013

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23 luglio 2013

Punto uno: Ottaviano Del Turco è stato condannato a 9 anni e sei mesi di galera nel processo per le tangenti nel mondo della sanità abruzzese. Punto due: era stato accusato di aver intascato 6 milioni e 250 mila euro a titolo di corruzione personale. Punto tre: di quel denaro, o meglio, di tutto quel denaro, non è stato rintracciato un euro, in cinque anni. Punto quattro: “Si possono anche non trovare i soldi – ha detto l’avvocato Giandomenico Caiazza, legale di Del Turco – ma almeno le tracce, quelle si dovrebbe”. Nemmeno le tracce. Punto cinque: nel leggere la sentenza, il presidente del tribunale di Pescara, Carmelo De Santis, ha attribuito a Del Turco una condanna a 9 anni e 9 mesi, invece che a 9 anni e 6 mesi come si legge nel dispositivo. Punto sei: sul forum del Corriere della Sera un lettore, presumo di destra, ha commentato: “Sentenza ineccepibile e surrogata da prove inoppugnabili. Dimostrazione plastica di quanto il Pd sia peggio del Pdl”. Punto sette: visto l’affollamento di stronzate, eviterei per oggi di scrivere la mia.

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