sabato 31 agosto 2013

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31 agosto 2013

Quel tono di Ezio Mauro nell’editorialuccio di ieri, provate a scusarmi, ognuno ha le sue fisse, e so benissimo che devo farmi passare quella dei direttori di Repubblica, quel tono, dicevo, non soltanto sembrava vagamente coglione, suonava come quello di un diseducatore banale, classico, il peggiore. Parlava di Berlusconi, tanto per cambiare. E chiariamola subito: non è in discussione il suo diritto a ritenerlo colpevole o colpevolissimo, diabolico o diabolicissimo, orrendo e orrendissimo. Questi erano, e sono, precisamente cazzi suoi. A infastidire, e a rimbalzare farlocco, era piuttosto quel modo suo di baloccarsi con l’innocenza. Di esibire l’innocenza delle persone per bene a fronte dell’infamia altrui. L’innocenza addirittura, badate, non l’onestà, che in genere è appartata. Così appartata che pure lui, infatti, la appartò in occasione di un bell’appartamento.

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