domenica 25 agosto 2013

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25 agosto 2013

“Sono strafavorevole a un’amnistia. Favorirebbe B.? E chi cazzo se ne frega”. Così scrive su Facebook Frank Cimini, cronista giudiziario certo non berlusconiano. Sono completamente d’accordo, anche su una certa icasticità che diviene inevitabile quando le questioni si esasperano. E diventa esasperante anche il dibattito da azzeccagarbugli che si sta sviluppando nella disperata ricerca di una via d’uscita legale alla incresciosa situazione in cui è venuto a trovarsi il Cavaliere. Non c’è, semplicemente non c’è. Anzi la ricerca finisce per offrire argomenti validi perfino a Travaglio quando nota come il Pdl abbia entusiasticamente votato la legge Severino che ora ritiene sentina di ogni incostituzionale ambiguità possibile. Stucchevole sull’altro fronte il tentativo di trovare giustificazioni per negare la possibilità della grazia presidenziale. Intanto perché il presidente ha fatto capire in tutti i modi che non ci pensa neppure e poi perché molte argomentazioni sono risibili. “Deve ammettere la sua colpevolezza”. Ma quando mai. Massimo Carlotto si è sempre proclamato innocente eppure fu graziato. “Deve comunque scontare una congrua parte della pena”. Pertini graziò Pasquale Squitieri per evitare di mandarlo in carcere per una vecchissima pendenza. Dunque neanche questo è vero. Più rispettabili gli estimatori di Berlusconi che pongono il problema in termini direttamente politici. Anche se a me quello che convince di più è il compagno Frank.
di Massimo Bordin@MassimoBordin

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