sabato 31 agosto 2013

Berlusconi: «Sentenza fondata sul nulla»

di Giorgio Alfieri
31 agosto 2013

È una «'sentenza allucinante e fondata sul nulla». Così ai microfoni di "Studio Aperto" Silvio Berlusconi torna a commentare la sentenza di condanna in Cassazione per la vicenda Mediaset. «Oltre ai problemi economici c'è una posizione di fondo che non si può mettere tra parentesi e non è il mio caso, il caso Berlusconi, ma è il caso della democrazia in Italia - continua -. Se qualcuno pensasse di poter eliminare con un voto parlamentare, contrario peraltro al parere di autorevoli giuristi, il leader del primo partito italiano, cioè il sottoscritto, e questo venisse fatto sulla base di una sentenza allucinante e fondata sul nulla, allora ci ritroveremmo davvero in davanti a una ferita profonda e inaccettabile della nostra democrazia», osserva Berlusconi, parlando del nodo della sua decadenza da senatore in vista del voto in Giunta per le elezioni del 9 settembre prossimo.

«Io credo - assicura il Cavaliere - che milioni di italiani non lo consentiranno». Franco Coppi, Piero Longo e Niccolò Ghedini, legali di Berlusconi, scrivono in una nota: «Nella fretta di voler confermare la sentenza emessa a Milano la Corte di Cassazione, con una motivazione inesistente che altro non è se non un collage delle precedenti decisioni, non ha, con ogni evidenza, tenuto conto alcuno delle reali risultanze probatorie e delle conclamate violazioni del diritto di difendersi provando». «Mai il Presidente Berlusconi - si legge nella nota dei legali del Cavaliere - ha avuto incarichi in Mediaset. Mai il Presidente Berlusconi si è occupato degli acquisti dei diritti televisivi.
Mai il Presidente Berlusconi si è occupato degli organigrammi societari che fra l'altro sono continuamente cambiati nel corso degli anni.

Mai il Presidente Berlusconi ha avuto alcun ruolo nelle denunce dei redditi o nelle scelte operative in particolare quelle finanziarie». ĚSi ricordi fra l'altro che la contestata evasione fiscale è pari a poco più dell'1% delle imposte pagate che negli anni oggetto di contestazione hanno superato i 560 milioni di euro. Tutti i testimoni, nessuno escluso, hanno confermato tali situazioni, soprattutto dopo la discesa in politica del presidente Berlusconi nel 1994». «Nessun fondo estero è mai stato rinvenuto, né poteva esserlo perché mai vi è stato. Tutti i denari derivanti dalle plusvalenze sui diritti televisivi rimanevano in capo ad Agrama e agli altri operatori del settore e ciò risulta dagli atti». «Così come risulta che Agrama - proseguono i legali di Berlusconi- pagasse sistematicamente i dirigenti del settore acquisti dei diritti di Mediaset.

Ciò avveniva ovviamente senza che alcunché di ciò fosse noto alla dirigenza o al presidente Berlusconi». «Del resto se il presidente Berlusconi fosse stato socio occulto di Agrama mai avrebbe consentito che questi pagasse i dirigenti Mediaset a cui sarebbe stato sufficiente una precisa indicazione per convincerli agli acquisti». «È quindi una decisione del tutto fuorviante e totalmente sconnessa dalla realtà dei fatti. Trattandosi poi di una decisione della Corte di Cassazione, la sentenza è ancora più deludente sul piano strettamente giuridico nella misura in cui non ha dato ragionevoli risposte agli argomenti proposti dalla difesa a dimostrazione della impossibilità di configurazione in punto di diritto del reato contestato al Presidente Berlusconi». (l'Opinione)

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