venerdì 21 settembre 2007

Caro Pirani, la presa in giro è il Pd. Emanuele Macaluso

Mario Pirani, ieri su “Repubblica”, ha iniziato il suo lungo articolo sul Partito democratico con queste parole: «Non prendiamoci in giro». E già, occorre anche, dico al mio amico Mario, non prendere in giro se stessi. La descrizione del sistema elettorale «barocco» per eleggere il segretario del partito e l'assemblea costituente escogitato dal veltroniano Bettini, e adottato da tutti gli oligarchi del Pd, non è solo un incidente tecnico che produce un quadro indecente. È, invece, esattamente la fotografia di Ds e Margherita «al capolinea», come scrisse Eugenio Scalfari sulle stesse colonne su cui scrive Pirani, che si fondono per ripartire con le stesse macchine, gli stessi vagoni, gli stessi macchinisti. Un convoglio più pesante, più zavorrato. L'idea che Veltroni dovrebbe fare le cinque cose indicate da Pirani tra cui «un governo con 15 ministri e 45 sottosegretari, il disboscamento delle migliaia e migliaia di società a partecipazione pubblica, degli assessorati inutili, delle sovvenzioni clientelari, la fine della lottizzazione, ecc.» è come prendersi in giro, caro Mario. Occorreva il Partito democratico per fare ciò che non hanno fatto Ds e Margherita che si sommano così come sono? (il Riformista)

1 commento:

Anonimo ha detto...

imparato molto