martedì 11 settembre 2007

Due nuove conferme della Teoria della lotta di classe. Luigi De Marchi

I giornali della prima settimana di settembre gridano inconsapevolmente dalle loro prime pagine due clamorose conferme della Teoria liberale della lotta di classe che vado sostenendo, in una solitudine tutt’altro che splendida, ormai dal 1993, cioè da quando pubblicai con Mondadori il mio libro “Perché la Lega” .Si tratta di due conferme doppiamente significative, perché vengono dal blocco politico, quello del Centro-Sinistra, che da sempre è paladino dello Stato quale “tutore del Bene Universale” (per dirla con Hegel) e nemico giurato del liberismo, come espressione dell’individualismo egoista e reazionario.

La prima di queste conferme viene dal Ministro dell’Economia Padoa Schioppa che, presentando alla stampa il “Libro Verde” di ben 140 pagine fitte di dati e tabelle preparato da una Commissione tecnica da lui stesso nominata, ha dichiarato testualmente: “Lo Stato italiano spende in modo pessimo, cioè spende troppo e male. Siamo in coda a tutta l’Europa per qualità e risultati della spesa”.
La seconda conferma, che ha stupito e indignato solo chi non conosce o finge di non conoscere la Teoria liberale della lotta di classe, è lo scandalo di “svendopoli”, che a sua volta è figlio di “affittopoli” (un altro scandalo esploso un paio danni fa): si tratta di due autentiche rapine consumate in questi anni ai danni degli enti previdenziali pubblici che da sempre vengono foraggiati con i soldi dei contribuenti per ripianare i loro paurosi passivi. Com’è noto, con quelle operazioni, perfettamente legittime perché promosse da apposite leggi votate insieme e appassionatamente dalla cosiddetta Sinistra e dalla cosiddetta Destra, una turba di alti burocrati e politici ha potuto acquistare a prezzi stracciati (con sconti pari anche all’80% sul prezzo di mercato) sontuosi appartamenti che per anni aveva avuto in affitto a prezzi parimenti stracciati. I beneficiari di questa vergognosa rapina realizzata ai danni di un patrimonio immobiliare accumulato con i soldi prelevati con la mano ladra del fisco dalle buste paga e dal reddito faticato dei lavoratori dipendenti e indipendenti del privato, sono stati soprattutto gli esponenti statalisti del Centro Sinistra (da Veltroni a Cossutta), dei sindacati di regime (da Marini a Bonanni) e dell’alta burocrazia, che non a caso cantano da sempre le lodi del cosiddetto Stato sociale, ma non mancano di certo i rappresentanti della Destra inciuciona alla Casini: insomma, si tratta sempre di notabili di quella classe politico-burocratica che la mia Teoria liberale della lotta di classe, ribaltando la teoria marxista classica, definisce da molto tempo la vera classe parassitaria e sfruttatrice della nostra epoca, perché pretende di vivere nel privilegio, nella sicurezza del posto fisso e spesso nell’ozio alle spalle della vera classe sfruttata ( appunto i lavoratori dipendenti e indipendenti del privato) che vive nell’insicurezza e nella fatica tipiche di ogni attività esposta alle leggi del mercato.

La cosa buffa è che Padoa Schioppa, dopo aver documentato ampiamente insieme ai suoi esperti di fiducia (che costano tra l’altro al contribuente la bazzecola di 1,2 milioni Euro, pari a 2,4 miliardi delle vecchie lire), gli sprechi vergognosi di questo Stato parassita e sfruttatore, ha proclamato che l’attuale situazione sta comportando il rischio di “una inqualificabile rivolta fiscale”. Sono corso a consultare il famoso Dizionario della Lingua Italiana di Giacomo Devoto per chiarirmi il significato di quello strano aggettivo “inqualificabile”. Eccolo: “Dicesi inqualificabile di cosa o persona tanto spregevole e offensiva da non poter essere qualificata”. Ma diventa inevitabile domandare a Padoa Schioppa; “Caro Ministro, per Lei è inqualificabile chi (cioè il contribuente) si ribella alla rapina dei frutti del suo lavoro o chi (cioè la classe politico-burocratica parassitaria e rapinatrice) quella rapina ogni giorno consuma ? E la consuma con la minaccia d’un esercito di 68.000 guardie armate di pistola: perché tanti, cioè il quintuplo dei Giappone che ha il doppio della nostra popolazione, sono i nostri finanzieri ?”

Per parte mia, già sei anni fa, in uno di questi miei interventi, che appare anche nel mio libro “Il nuovo pensiero forte” di prossima pubblicazione, dicevo: “Come possono, questo Stato ed i suoi politici statalisti, additare al pubblico obbrobrio il cittadino che cerca di salvarsi dalla rapina del 50% (e, con le imposte indirette, del 65%) del suo reddito, proprio mentre assicurano l’impunità a centinaia di migliaia di burocrati e altri parassiti della loro casta che rubano al Popolo dei Produttori del privato i soldi occorrenti per impinguare tutti i propri stipendi e privilegi ?”

Insomma, a mio parere, Padoa Schioppa deve mettersi d’accordo con se stesso e col suo Sottosegretario Visco, che da sempre addita nei lavoratori indipendenti del privato i responsabili del dissesto finanziario italiano: sta dalla parte dei rapinatori o dei rapinati ?

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