giovedì 27 settembre 2007

Le donne non "meritano" le quote femminili. Davide Giacalone

Mi faccio del male, tocco un tema del quale parlano solo quelli che puntano all'applauso: le quote femminili per le elezioni. Normalmente gli schieramenti sono questi: attempati signori e capi di partito inamovibili, tutti maschi, dicono che sarebbe meglio adottarle, per dare più rappresentanza alle donne; ma donne che hanno già incarichi di responsabilità o sono già state elette rifiutano, con un certo sdegno.
La riserva di quote è sempre conseguenza di un'accertata inferiorità (in questo caso di potere, visto che sono più numerose e parimenti intelligenti, come parimenti sciocche). Io sono contrario alle quote, ma per ragioni diverse.
L'ordine dei medici ci fa sapere che le donne che praticano la professione sono già il 35% del totale ed il 47 ha una specializzazione. Nel 2003 le laureate erano già il 60% del totale, e ciò significa che presto ci saranno otto donne su dieci medici. Comico, e sessuofobico, è che, nel darne annuncio, si sottolinea come la cosa valga anche per gli urologi, come se per le donne fosse un problema avere un ginecologo maschio. Ma lasciamo perdere.
Indagate in professioni come la magistratura, o l'insegnamento, e trovate fenomeni eguali, se non ancora più forti. Al tempo stesso, però, l'Italia è il Paese con la minore percentuale di parlamentari donne, che non solo è un'anomalia, ma anche la segnalazione di un guasto. Le quote non sono un rimedio, e potrebbero essere controproducenti, limitative (nel campo medico, appunto, dovrebbero tutelare i maschi). E' un bene che sempre più cittadini, e sempre più donne, aspirino a fare attivamente politica, ma è meglio che avvenga premiando il merito, la capacità ed il coraggio, non il genere. Così com'è bene che sempre più donne aspirino a carriere importanti, ma rendendole competitive, non nicchie protette dove far convivere la professione possibile con la vita desiderabile. Sarebbe un vero disastro che la promozione femminile coincidesse con la burocratizzazione della società, e la loro promozione politica con il fiorire delle cortigiane, anziché delle personalità.
Dire questo, forse, è sgradevole, ma più rispettoso che raccogliere il consenso con quote che non mettono in pericolo le oligarchie. Far bello il capo maschio con un contorno di figliole non mi pare sia un gran rinnovamento.

2 commenti:

DM ha detto...

Concordo. Anche perchè per coerenza con l'ideologia del "gender" fra un po' avremo le quote GLBT (basterà il 33%)

Anonimo ha detto...

Signori...ma perchè non fate un post in cui parlate della tessera tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, data di affiliazione 26 gennaio 1978 del "CAVALIER" Silvio Berlusconi
E ABBIATE IL CORAGGIO DI PUBBLICARE QUESTO COMMENTO SE SIETE VERAMENTE LIBERI