mercoledì 22 dicembre 2010

Il travaglio dei finiani allo sbando. Andrea Verde

“Fini a Mirabello e a Bastia Umbra ha dimostrato che finalmente l'antiberlusconismo è presente anche nell'elettorato di destra. L'antiberlusconismo è diventato un valore per la destra costituzionale e deve essere coltivato. E credo che Fini non si debba dimettere dalla presidenza della Camera, se lo facesse perderemmo una sentinella al vertice delle istituzioni.” Queste le parole di Marco Travaglio, nuovo mentore futurista, a cui il web magazine finiano ha dedicato ieri una lunga intervista.

E sempre nel numero di ieri, accanto all’accidioso articolo di Flavia Perina contro Maurizio Gasparri, non poteva mancare il corsivo dello scalmanatissimo direttore Filippo Rossi che ci elenca “dieci possibili motivi per scegliere un’idea di destra diversa da quella populista e reazionaria incarnata dal presidente del Consiglio.”

A completare il tutto, come se non bastasse, una raffinata analisi di Antonio Rapisarda su Nichi Vendola, “un populista che suscita sogni…e che ha lanciato un’Opa sulla sinistra e non solo”. Luca Negri nel suo libro “Doppifini” ci ha ricordato che FareFuturo nacque come fondazione culturale e pensatoio meta politico, raccogliendo intellettuali un po’ frustrati, perché se li filano in pochi, che avevano il compito di far conoscere le “idee” di Fini: dopo un blando inizio, sono però arrivati momenti di gloria grazie alla sovra-esposizione mediatica garantitagli dalla linea apertamente antiberlusconiana.

Sofia Ventura, divenne celebre grazie ad un celebre articolo contro il velinismo, che venne ripreso da “Repubblica” e scateno’ la reazione di Veronica Lario contro il “ciarpame”. Da allora Sofia Ventura è ospite fissa nei talk show televisivi, nei convegni, ed è diventata, insieme ad Alessandro Campi, l’intellettuale di riferimento dell’area finiana.

E per smentire i detrattori che considerano “Fini un professionista della politica, ovvero un contenitore vuoto disponibile a riempirsi del liquido ritenuto in quel momento più potabile”, Campi e la Ventura hanno scritto una lunga lettera in cui sostengono che Fli ha fatto diversi sbagli, che l’antiberlusconismo sterile non paga e che occorre riempire l’azione politica di contenuti.

Sai che scoperta! Campi e la Ventura dopo aver criticato aspramente Berlusconi, dopo aver definito il Pdl, “un partito di plastica”, Berlusconi un “maschilista”, dopo aver dichiarato all’Espresso che “il carisma di Berlusconi è finito”, dopo aver prospettato un governo tecnico senza Berlusconi, all’indomani delle elezioni amministrative, oggi si rendono conto che qualche contenuto all’azione politica bisogna pur darlo e che non basta certo la letterina a Babbo Natale, letta da Luca Barbareschi a Bastia Umbra, per fare un manifesto politico.

E come si creano i contenuti? La risposta di Campi e della Ventura è senza appello: sfornando convegni! La convegnite, come Emma Marcegaglia dimostra, sta facendo più contagi dell’influenza aviaria: oggi si discute di tutto e di niente. L’importante è avere una bella cornice ambientale come nel caso di Capri, ospiti illustri e copertura mediatica: poco importa che alle noiosissime discussioni assistano pochi invitati, per lo più assonnati, preferendo i più, fare capannelli, fuori dalla sala, davanti ai buffet sempre ben forniti.

Davanti a tanta inconsistenza politica e culturale come dare torto al Presidente del Consiglio che, a margine dei saluti di Natale, alle più alte cariche dello Stato, avrebbe liquidato il capogruppo di Fli al Senato, con un lapidario; “ Non c’è un cazzo di ragione per votarvi”! (il Predellino)

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