sabato 13 ottobre 2012

Incapacità, follia o interesse? Mario Giardini


Perseguendo il nobile fine di contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2, nel 2007 il governo italiano (presidente del Consiglio Prodi, inistro dello Sviluppo Economico Bersani, e ministro dell’Ambiente, il mai abbastanza rimpianto, Alfonso Pecoraro Scanio) decisero di dotare il nostro Paese di un adeguata quota di energia elettrica proveniente dalle cosiddette fonti “rinnovabili” (va detto che il governo Berlusconi, e la sig.ra Ministra Prestigiacomo hanno continuato a sostenere il progetto). In particolare, si fece un piano per avere, nel 2020, circa 9,5 GW di potenza forniti dal fotovoltaico. Cioè 9500 MW, equivalente, per intenderci, a 10 centrali a ciclo combinato da 1000 MW, o a sei centrali nucleari di III gen. da 1600 MWe.
Per poter “stimolare” i privati a costruire i parchi fotovoltaici necessari, si definì una tabella di “incentivi”. In pratica, si obbligavano i produttori di energia (fra cui l’Enel) ad acquistare, per legge e a prezzo maggiorato, l’energia proveniente da fotovoltaico. E li si autorizzava a rivalersi, caricando l’onere relativo, sulle bollette di tutte le loro utenze. E cioè quelle domestiche (case, uffici), quelle a media e alta tensione (industrie) e quelle ad altissima tensione (rete di trasporto nazionale).
Gli incentivi sono stati così bene congegnati da aver generato una corsa affannosa al fotovoltaico. A fine 2010 la capacità totale installata di fotovoltaico era di circa 2,9 GW. Questa capacità corrispondeva a circa il 6% della potenza totale installata nel Paese. Il contributo però alla quantità di energia generata, nel 2010, fu pari allo 0,20% (zero virgola venti per cento) del totale consumato (fonte Agenzia Internazionale dell’Energia). Cioè nulla.
Il peggio doveva arrivare nel 2011 e nell’anno corrente. A fine 2011, si stimava che gli impianti costruiti (anche se non allacciati alla rete, cioè non produttivi) assommavano una potenza totale pari a circa 8 GW. I 9,5 sarebbero stati raggiunti quest’anno, con otto anni di anticipo rispetto alle previsioni.
Solo nel 2011, gli incentivi pagati per le rinnovabili sono stati circa 4,6 Miliardi di Euro, e metà circa sono andati al solare. Quest’anno è facile prevedere che saranno ancora di più: le stime variano, in realtà nessuno lo sa. Ci verrà presentato il conto a piè di lista.
Il contributo alla quota totale di energia generata è incerto. Ma fra fotovoltaico, biomasse ed eolico non si supererà il 2 – 2,5% del totale.
Se qualcuno si chiedesse perché continua a salire la bolletta dell’energia, ecco la risposta.
Così, con questa politica dissennata, si è ottenuto di costruire in tre anni quello che si doveva costruire in oltre dieci. Si pagheranno “incentivi” a full power per 8 anni anziché distribuirli nel tempo. E si avrà, nel 2020, un parco fotovoltaico obsoleto.
Chapeu: impossibile far peggio.
Quanto costa questa follia?
Ecco. Di incentivi veri e propri, stiamo parlando di oltre 30 (trenta) miliardi di euro a valori correnti (2012), nel periodo 2011 – 2020. Sessantamila miliardi di vecchie lire. Sessantamila.
Alla fine della fiera chi tira fuori i soldi è sempre il cittadino. O perché paga la bolletta dell’elettricità di casa. O perché paga le tasse (quota di incentivi addebitata all’illuminazione pubblica). O perché compra un prodotto che ha come elemento di costo l’energia elettrica.
Quel che è certo è che dalle sue tasche usciranno molti più di 30 miliardi di euro. Perché anche ammesso che la quota riversata sulle bollette delle utenze domestiche sia sic et simpliciter la stessa pagata come incentivo, tutte le volte che l’energia è un elemento del costo di un prodotto verrà riportato sul prezzo finale dello stesso con un fattore moltiplicativo maggiore di 1. Per inciso: la stima di incentivo, a valori di euro 2012, che verrebbe riportata sulle bollette di casa sarà, nel periodo 2012 – 2020, di circa 8 miliardi di euro.
Si è aiutato l’ambiente? Ma per favore. Abbiamo visto il dato per il 2010: prodotto con il fotovoltaico lo 0,20% dell’energia totale necessaria al Paese. In numeri tondi: 1.740 GWh.
Nella sola Cina, ogni anno, vengono messi in servizio circa 50.000 GW di potenza elettrica con centrali a carbone. Una centrale a carbone da 1000 MW a settimana. Che, in un anno, produce circa 10 000 GWh. Cioè produce cinque volte tanto inquinamento, questa sola centrale, dell’inquinamento salvato dal nostro fotovoltaico. Moltiplicate per cinquanta. Ogni anno. Non solo l’inquinamento, viene dalla Cina, ma anche i pannelli fotovoltaici.
E’ del tutto ovvio che il contributo dell’Italia alla riduzione delle emissioni, su scala globale, pagato a così caro prezzo da nostro Paese, è sconsolatamente irrilevante.
Di impieghi di queste risorse, assai più utili, specialmente adesso, ciascuno di noi può indicarne a centinaia.
Dunque una follia della politica o pura e semplice incapacità? Forse. O forse no.
Chi sono i signori del fotovoltaico in Italia? Bella domanda. Una risposta, parziale, è però già stata data in Calabria: in parte, la ‘ndrangheta. (the Front Page)

Nessun commento: