domenica 1 dicembre 2013

Per la sopravvivenza
de “L’Opinione”

di Arturo Diaconale
30 novembre 2013EDITORIALI
“L’Opinione delle libertà” rischia la scomparsa. Sul più antico giornale politico italiano, nato a Torino su ispirazione di Cavour nel 1848, grava il pericolo della marginalizzazione e della chiusura. La testata che negli ultimi vent’anni, grazie ad una delle poche cooperative vere esistenti nel panorama dei giornali di nicchia, ha rappresentato una delle pochissime voci, sia pure flebile, dell’area liberale e riformatrice, è ad un passo da un’amara uscita di scena. Le cause sono molteplici. C’è il crollo della pubblicità. La crisi generale del settore.

Ma, più direttamente, oltre la mancata erogazione del contributo pubblico previsto per il 2011 dalla legge per l’editoria che ci ha costretto a rinunciare all’edizione cartacea ed a puntare solo su quella on-line, è l’esistenza di una normativa che aiuta le piccole aziende editoriali rimborsando il cinquanta per cento di alcuni dei loro costi ma pone tali e tanti vincoli da rendere praticamente impossibile, a chi non abbia alle spalle ampi capitali e poteri forti, di raccogliere, con vendite e pubblicità, il restante cinquanta per cento capace di assicurare il pareggio di bilancio. Si dirà che un giornale di idee liberali non dovrebbe vivere di assistenza pubblica. Il ché è vero.

Ma è altrettanto vero che per farlo dovrebbe operare in un mercato di nicchia libero e non stravolto e condizionato da misure dirigiste che scambiano l’austerità dei conti con la progressiva riduzione del pluralismo. Se negli ultimi vent’anni i giornalisti de “L’Opinione delle libertà” si fossero legati ad un qualche carro politico od economico, uscire dalla logica dell’assistenza che uccide non sarebbe difficile. Ma il giornale, pur non cambiando la propria collocazione naturale nell’area delle libertà, ha sempre conservato una posizione autonoma ed indipendente.

Ed oggi, se vuole cercare di sopravvivere e di affrancarsi dal controproducente aiuto pubblico, non ha altra strada che rivolgersi ai propri lettori, a chi pensa che in democrazia il pluralismo delle idee vada tutelato, a chi può anche non condividere le nostre posizioni e battaglie ma crede che è meglio ascoltare più opinioni piuttosto che sentire solo quelle espresse dagli organi dei grandi interessi bancari, finanziari e industriali. Lanciamo, quindi, una sottoscrizione per “Salvare l’Opinione”. Chiediamo un contributo, di 10, 20, 50, 100 euro, a chi è interessato a farci sopravvivere. E proponiamo, a chi è interessato a partecipare all’avventura di continuare a dare vita ad un piccolo giornale autonomo ed indipendente, di entrare a far parte dell’associazione della “Comunità de L’Opinione” che partecipa in qualità di socio sovventore alla cooperativa “Amici de L’Opinione”, versando una quota d’iscrizione di 500 euro.

Il contributo può essere versato personalmente nella nostra sede di piazza dei Prati degli Strozzi 22 o attraverso bollettino postale sul c/c n. 44080323 intestato ad “Amici de l’Opinione soc. coop. giornalistica a r. l.”, oppure attraverso bonifico bancario sul conto corrente BancoPosta Iban: IT62R0760103200000044080323. La nostra speranza, ovviamente, è ottenere il consenso economico necessario alla sopravvivenza. Ma anche la spinta ad impedire che, all’inizio di una drammatica fase politica destinata a durare a lungo all’insegna dell’incertezza e delle tensioni, il pluralismo possa perdere una delle voci storiche dell’area delle libertà.

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