domenica 9 dicembre 2007

Il Potere e noi. Ida Magli

Ho provato molte volte a spiegare ai nostri lettori perché con la nostra Associazione non siamo riusciti, pur avendone la massima volontà, a presentarci in forma organizzata sulla scena politica e porre così finalmente le basi per tentare di salvare gli Italiani dalla estinzione, estinzione fisica e di conseguenza culturale. Spinta da molte lettere, delle quali potete leggere qui accanto l’ultima in ordine tempo, ma non ultima nella sua chiarissima forza e nello schiaffone che mi ha dato, cercherò di riassumere sia le cose già dette, sia quelle che forse ho dato per sottintese e che invece necessitano di una spiegazione più esplicita da parte mia. Lo faccio (spero che almeno per coloro che mi seguono da più tempo questo sia facile da capire) per sentirmi dire da voi di non rinunciare; perché attendo che qualcuno trovi delle soluzioni al problema e me le suggerisca; insomma io mi presento oggi a voi come un malato di una malattia inguaribile e che tuttavia si aspetta sempre che la diagnosi sia sbagliata.
Le motivazioni concrete più evidenti sono quelle che ho già fatto notare numerose volte: per organizzarsi occorrono molti soldi. Come abbiamo visto, con i capitali di Berlusconi un Partito nuovo si fa in tre giorni. Noi non ne abbiamo, e in tutti gli anni che sono passati da quando si è formata l’Associazione degli Italiani Liberi, i capitali non sono arrivati. Tuttavia io sono convinta che il motivo per il quale è quasi impossibile oggi muoversi in una qualsiasi direzione che diverga da quelle previste dalla società e dai politici, si fondi su un “ insieme” di fattori, voluti e non voluti, che hanno creato l’enorme distesa di sabbie mobili nella quale stiamo sprofondando.
Ne elenco qualcuno.

Il primo: il sistema politico chiamato “democrazia” è superato. Logoro, inadatto alla società contemporanea, brutalmente ingiusto, sfruttato dai detentori del potere in quanto nessuno osa metterlo in dubbio. Di fatto, però, tutti sappiamo che non è vero che i cittadini hanno il potere. Guardate a ciò che è successo in questi giorni: hanno scioperato tutti, proprio tutti, anche quelli, come i Vigili del fuoco e la Polizia, che non avevamo mai pensato che potessero scioperare, eppure non è cambiato nulla. Lo sciopero, infatti, unica arma “democratica”, è un’arma contro noi stessi, un’arma con la quale imponiamo sofferenze e crudeltà inaudite ai nostri stessi fratelli ( basti pensare allo sciopero totale dei trasporti o a quello della sanità), ma di per sé serve soltanto se i politici si degnano benignamente di prenderlo in considerazione. La sproporzione fra la violenza e il danno per tutta la collettività che si sprigiona da uno sciopero e i risultati che se ne ricavano, ne dimostra l’assoluta irrazionalità. Viene adoperato esclusivamente perché con esso fingiamo di vivere bene in una democrazia.

Il secondo: il potere politico ha inaugurato la dittatura finanziaria, sotto le vesti della democrazia, e ha fatto suo il marxismo impadronendosi del corpo e dell’anima dei sudditi: il sistema sanitario di Stato, la scuola di Stato, il finanziamento di Stato di tutte le religioni, di tutti i Partiti, di tutti i giornali.
Nel frattempo, nell’incapacità di capire e di controllare i cambiamenti in atto della vita biologica e sociale, ha preparato la più grande delle dittature con l’unione europea e la morte delle Nazioni. Nessun popolo può sopravvivere privo del proprio nome, della propria identità, della propria storia, della propria lingua… Nei prossimi giorni sarà firmato dai governi, senza nessun referendum, il nuovo trattato costituzionale europeo ed entreranno nell’unione altri nove Stati. Il silenzio quasi assoluto dei politici e dei giornalisti è la prova che sanno bene che tutto questo è contro di noi. Il tradimento dei giornalisti è forse uno dei fattori più gravi dell’abisso nel quale stiamo per sprofondare. Berlusconi ha detto che il nuovo partito somiglierà al “ partito popolare europeo”. Non una parola di più. Non una parola sull’Europa. Non una parola sulla prossima invasione dell’Italia da parte dei nuovi Stati. Sarebbe sufficiente sospendere il trattato di Schengen, come hanno già fatto, del resto, Francia, Spagna, Inghilterra. Ma nessun popolo è governato da traditori tanto quanto il popolo italiano.

Cosa possiamo fare noi? Io avevo preparato per il Partito degli Italiani un programma che partiva proprio da queste riflessioni, con una proposta di cambiamento della struttura del potere e di tutte le forme obbligatorie di affidamento allo Stato; la chiusura dei confini a tutti gli stranieri; il ripristino di norme giuridiche che assicurino solo e prima di tutto la Giustizia; la consegna della libertà e della responsabilità ad ogni singolo individuo nello scegliere secondo le proprie attitudini il suo modo di vita e il suo ruolo nella famiglia e nella società; la salvaguardia e lo sviluppo dell’intelligenza italiana in tutti i campi del sapere, dell’arte, della musica, della scienza. E, ovviamente, affidare all’Italia il compito di influire politicamente sugli altri Stati d’Europa per cambiare gradualmente lo statuto del progetto d’unione in quanto tutti i governanti sanno che è impossibile da realizzare se non con la dittatura finanziaria e il primato della Germania.
Mi fermo qui. E aspetto i suggerimenti, le proposte, i rimproveri dei lettori. (http://www.italianiliberi.it/)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e