venerdì 5 ottobre 2007

Codice della strada: comfort vietato. Carlo Stagnaro

Il nuovo Codice della Strada (la quinta modifica in sei anni) ha ricevuto, lo scorso 2 ottobre, il via libera del Senato. Oltre al consueto, populista, impopolare e inefficace inasprimento delle sanzioni per chi preme il piede sull'acceleratore, fa la sua comparsa una norma che mi strabuzzo gli occhi e anche le orecchie: "Nel provvedimento è stato poi previsto il divieto di tenere acceso il motore durante la sosta e la fermata del veicolo allo scopo di mantenere in funzione l'impianto di condizionamento d'aria nel veicolo stesso: tale comportamento è stato sanzionato con il pagamento di una somma da € 200 a € 400". La cosa è semplicemente folle, per principio, per il metodo, e per il livello della sazione. Nel principio, perché colpisce un'abitudine affatto naturale e spesso quasi obbligata dalle condizioni meteorologiche. Quando fa caldo ma veramente caldo, lasciare il motore acceso è perfettamente razionale; in alcuni casi doveroso, per esempio se si resta in macchina con un bambino o un animale (la legge è molto sensibile alle esigenze degli animali, naturalmente se ne fotte se ad abbrustolire al sole c'è un adulto in buona salute). E' folle per il metodo, poiché - se capisco bene - vorrebbe essere un contributo alla lotta ai mutamenti climatici, cioè alla riduzione delle emissioni, e dunque dovrebbe semmai colpire il motore acceso in sosta, anche quando e se il condizionatore è spento. E perché non lo sbrinatore, poi? E' folle, infine, nel livello della sanzione, che supera o pareggia quella prevista per una serie di comportamenti assai più pericolosi che tenere il condizionatore acceso (come passare col rosso o non rispettare lo stop). D'altronde, il ministro Bianchi - artefice della riforma - nessuno lo accuserà mai di aver ecceduto nella ragionevolezza. (Realismo energetico)

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