giovedì 29 novembre 2007

Aids: la grande truffa è finalmente confessata. Luigi De Marchi

Karol Sikora, il più stimato e famoso oncologo inglese, docente di oncologia dell’Imperial School of Medicine di Londra ed ex Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha pubblicato di recente sul “Daily Mail” un rapporto che incredibilmente conferma, con vent’anni di ritardo, quanto sostenevo già nel 1987 tra gli insulti e le denigrazioni dei cosiddetti esperti della scienza ufficiale: e cioè che il pericolo dell’Aids è stato irresponsabilmente esagerato, creando un panico disastroso nell’opinione pubblica, avvelenando la vita amorosa di miliardi d’individui, uccidendo milioni di persone con terapie estremamente tossiche e scatenando impulsi suicidi e omicidi in migliaia di malati, spesso solo presunti. E quanto alle terapie, costosissime e gabbate di volta in volta come salvatrici, va segnalato che proprio un recente numero dell’autorevole rivista medica inglese “The Lancet” ha pubblicato le risultanze di una vastissima ricerca, condotta in 12 paesi su 20.000 pazienti trattati con i magnificatissimi cocktails antiretrovirali, dalle quali emerge che la mortalità dei pazienti trattati non è minimamente diminuita rispetto ai controlli non trattati.

“Sikora – scrive il corrispondente del “Giornale” da Londra – si addentra in un’analisi che mette in discussione anni di psicosi, di finanziamenti smisurati e d’impegno planetario contro la cosiddetta ‘emergenza Aids’. Il famoso scienziato sostiene insomma che il pericolo dell’Aids è stato gonfiato non solo sul piano statistico, ma anche su quello finanziario”. In sostanza, secondo Sikora, “l’impegno di molti governi e istituzioni per affrontare la malattia, considerata per molti anni la pandemia del secolo e soprannominata “la peste del 2000”, sarebbe andato ben oltre le necessità reali, a tutto danno della lotta contro patologie molto più gravi”. E Sikora conclude:
“Ci sono malattie che diventano più angoscianti nella coscienza pubblica ed attraggono così maggior sostegno politico e maggiore attenzione. Il virus dell’Aids è stato un esempio tipico di questa distorsione antiscientifica, perché ha monopolizzato l’attenzione dei governi ed ha inghiottito enormi quantità di pubblico denaro”.

Il rapporto di Sikora demolisce anche un altro pilastro del terrorismo sanitario scatenato intorno all’Aids: e cioè la menzogna secondo cui la malattia minaccerebbe tutti in egual misura. Al contrario, gli ultimi dati dell’Organizzazone Mondiale della Sanità dimostrano che in gran parte del mondo la malattia resta concentrata soprattutto tra gli omosessuali e i drogati.
Fin qui le scandalose ammissioni di Sikora. Ma perché le definisco scandalose ? Perché vengono presentate come una coraggiosa verità mentre sono solo una tardiva riparazione a una scandalosa sequenza di menzogne e, come dicevo in apertura, arrivano con la bellezza di vent’anni di ritardo rispetto alle denunce che per primo nel mondo, sfidando gli anatemi dei nostri cosiddetti luminari, io stesso avevo cominciato a fare fin dal febbraio 1987, con una speciale conferenza-stampa intitolata “Aids: allarmismi irresponsabili”, ed avevo continuato a ribadire con un primo libro dello stesso anno “Aids, un libro bianco anzi giallo” pubblicato dalla Sugarco e poi con un secondo libro, scritto a quattro mani con un valente virologo, Fabio Franchi, intitolato chiaro e tondo “Aids, la grande truffa” e pubblicato nel 1996 dalle Edizioni Seam di Roma. In esso, io e Franchi demolivamo uno per uno tutti i puntelli della teoria ufficiale sulle cause dell’Aids e svelavamo che, se fossero state vere le balle propalate dal nostro Consiglio Superiore di Sanità nel 1988, metà della popolazione italiana avrebbe dovuto essere già morta di Aids nel 1996 e l’altra metà sarebbe morta entro il 2000.

Del resto, per chi avesse voluto ascoltarle, le esortazioni alla prudenza non venivano solo da me. Nel novembre dell’’87 il “New York Times” scriveva: “Le esagerazioni sui rischi dell’Aids sono dovute anche ai dirigenti della ricerca e dell’assistenza medica, i quali cercano, in questo modo, di accrescere le loro dotazioni di bilancio”.
E, a proposito delle balle sui rischi generalizzati dell’Aids, Rand Stornburner, direttore delle ricerche virologiche presso il Dipartimento di Sanità dello Stato di New York, aveva dichiarato con allegra incoscienza nell’agosto ’87: “Se l’Aids non fosse stata presentata come una sindrome molto pericolosa anche per gli eterosessuali, i soldi non sarebbero mai arrivati”.
Per parte loro, i nostri cari baroni non esitarono a denigrarmi ed a mettermi alla gogna quando videro minacciate le loro campagne terroristiche. Così, subito dopo la mia conferenza-stampa del febbraio ’87, nella quale avevo segnalato l’infondatezza del terrorismo allora imperante e cercato di rassicurare la popolazione, l’apposita Commissione di 32 cosiddetti luminari istituita per l’Aids dal Ministero della Sanità aveva diramato alla stampa un comunicato in cui, nominandomi per nome e cognome, dichiarava testualmente: “Le informazioni diffuse dal prof. Luigi De Marchi sono inopportune e pericolose”.

Pericoloso, dunque, era rassicurare e benemerito terrorizzare, scatenando tragedie di massa. Quando dunque Sikora scrive che “certe malattie diventano più angoscianti nell’opinione pubblica” egli finge di non sapere che l’angoscia, per l’Aids e per tante altre pseudo-epidemie, non è stata un fenomeno spontaneo ma è stata sistematicamente centuplicata proprio dalle autorità sanitarie e dai suoi venerabili colleghi del mondo accademico per promuovere la propria notorietà, il proprio reddito e le sontuose tangenti percepite dalle aziende farmaceutiche.

So che qualcuno mi accuserà di essere “troppo autoreferenziale”, anche in questa occasione, ma non me ne posso preoccupare più di poco. Infatti, mentre sento il dovere e il piacere di esserlo dato che da vent’anni testimonio un dissenso scientifico che trova ora autorevole anche se tardiva conferma, sento anche il dovere di ricordare la tragicomica vicenda dell’Aids come un esempio emblematico sia della inaffidabilità di certi isterismi sanitari periodicamente scatenati dalle autorità cosiddette responsabili (basti pensare alla “mucca pazza”, alla Sars o alla cosiddetta influenza aviaria) sia, più generalmente, della mediocrità scientifica di molti ambienti accademici, connessa alla selezione a rovescio che domina quegli ambienti. Anche qui, come ho detto in altre occasioni, lo spirito corporativo e mafioso della casta accademica ha spesso portato ai vertici universitari personalità intellettualmente e moralmente mediocri. E solo un’autentica Rivoluzione Liberale che apra l’università al mondo della ricerca indipendente e delle libere professioni, potrà rimediare al disastro. (il Blog del Solista)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E tutto vero quello che state dicendo sono una ragazza di 40 anni e sono stata rovinata da più di 20 anni con queste assurde verità. ora basta!!!!!!!!!!!!!!!
sono infermiera professionale laureata vi potete immaginare come ho vissuto per 20 anni.Controllata da tutti e guardata sempre con la puzza sotto il naso! adesso basta facciamo una rivoluzione!

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good